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Crisi aziendale GAM: i sindacati scrivono al ministro Di Maio

Preoccupa la situazione lavorativa del settore avicolo. Cgil, Cisl e Uil richiedono un incontro tra il ministro del Lavoro, parlamentari molisani e vertici della Regione


CAMPOBASSO. Si riaccendono i riflettori sulla delicata questione legata a lavoratori della Gam. Aprendere carta e penna per sollecitare le istituzioni sono i sindacalisti Raffaele De Simone Fai-Cisl, Florinda Di Giacomo Fli-Cgil e Raffaele Primiani Uila Uil. “Il Molise – spiegano i sindacati – è tra le regione del Mezzogiorno quella che soffre di più, è connotata da un forte calo demografico, da un alto tasso di emigrazione che ogni anno svuoto il territorio di 2000 persone e ha un tasso di disoccupazione tra i più elevati d’ Italia.

Nell’industria alimentare- proseguono i rappresentanti di Cgil,Cisl e Uil- abbiamo vissuto la chiusura di molti stabilimenti, aziende che davano posti di lavoro e creavano ricchezza per il territorio. Sebbene in Molise insista un’area di crisi industriale complessa tra Campobasso – Bojano – Isernia – Venafro, decretata nell’agosto del 2015, non si sono riscontrati effetti benefici poiché sono poche le risorse messe a disposizione dal provvedimento e poche le manifestazioni di interesse per rilanciare il territorio, creare posti di lavoro e sostenere il reddito dei tanti lavoratori espulsi dai processi produttivi.

Nell’area di crisi complessa e nello specifico nel comune di Bojano, vi è l’azienda GAM Srl in concordato, un’azienda del settore avicolo, che negli anni passati fino al 2010 dava lavoro a più di 1000 persone tra operai e indotto. La vertenza dell’azienda GAM è monitorata dal Ministero dello

Sviluppo Economico dove è aperto un tavolo di unità di crisi. Ed è in quella sede ministeriale che nel febbraio 2017, si sono sottoscritti due accordi: il primo con Agricola Vicentina –Gruppo Amadori – che si è aggiudicata il bando di vendita dell’incubatoio e del macello e sta procedendo alla ristrutturazione dell’azienda e il secondo accordo firmato con la Regione Molise per avviare politiche di formazione, ricollocazione e sostegno al reddito per i 262 lavoratori. Il processo di rilancio di questa azienda vetusta, obsoleta e compromessa fortemente dalla crisi è un processo lungo che dura anni. A gennaio 2018, ci saranno le prime assunzioni presso l’incubatorio, ma sono numeri assai esigui, la parte più consistente dei 262 lavoratori dovrà essere avviata al lavoro, man mano che si procederà alla ristrutturazione del macello.

In questi anni – continuano i rappresentanti delle tre sigle sindacali – il reddito dei lavoratori è stato garantito dalla CIGS per le aziende che si trovano in aree di crisi complesse, infatti la legge ha permesso attraverso le assegnazioni finanziarie fatte a valere per il 2016 e il 2017, la possibilità di prorogare la cassa integrazione con relativa copertura finanziaria.

Sappiamo che non vi sono motivi ostativi per la proroga di ulteriori 12 mesi purché vi sia la necessaria copertura economica, è dunque necessario rifinanziare la CIGS per le aziende che si trovano in aree di crisi complessa. Se così non fosse, per i 262 lavoratori non vi sarebbero ulteriori strumenti di sostegno al reddito ed essendo scorredati di NASPI, alla scadenza della cassa che termina il 04/11/2018, i lavoratori e le loro famiglie finirebbero in mezzo a una strada senza alcuna tutela. Questo dramma va scongiurato, vi è dunque la somma urgenza di rifinanziare lo strumento di CIGS, per permettere l’allineamento dei tempi di rilancio delle attività produttive con l’inserimento via via dei lavoratori e uno strumento adeguato di sostegno al reddito dei lavoratori.

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