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Psr, Facciolla a muso duro: “Ridicola la politica che non riconosce i meriti del passato”

Stato di avanzamento Programma Sviluppo Rurale, Molise il migliore d’ Europa. L’ex assessore rivendica con forza i risultati: “ereditavamo una struttura colabrodo, che aveva registrato la peggiore performance d’Italia. Nel nostro quinquennio lavoro, passione, tenacia e risultati”


CAMPOBASSO. Molise, unica regione del sud Italia che ha evitato il definanziamento del Programma di Sviluppo Rurale, che ha recuperato un ritardo “che appariva incolmabile su banda larga, scuolabus, vetture per soggetti svantaggiati, recupero sulle misure ad investimento, spesa poderosa e decuplicata sulla viabilità rurale e sulla rete acquedottistica”.

E’ un fiume in piena Vittorino Facciolla, consigliere regionale del Partito democratico e ex assessore all’Agricoltura. “Appare quantomeno ridicola la politica che governa e non riconosce i meriti del passato, con l’aggravante d’aver la faccia di bronzo di autocelebrarsi. Questa politica non ha diritto, neppure per un attimo, di attribuirsi meriti e risultati specie se gli stessi sono frutto di passione, competenza e tanto, tanto, sacrificio. I molisani invece, hanno il diritto di conoscere e riconoscere le azioni che hanno portato risultati concreti e hanno permesso di associare il nome del Molise a quello della qualità e delle best practice governative”.

facciolla buonaRivendica con forza i cinque anni di lavoro che hanno consentito di invertire la rotta. “Ereditavamo una ‘struttura colabrodo’ che al marzo 2013 aveva sulla programmazione 2007/2013 le peggiori performance d’Italia: ultimi ad aver approvato il programma, ultimi ad aver pagato la prima misura strutturale, ultimi per avanzamento della spesa”.

E poi la nuova legislatura, il cambio di rotta che Facciolla racconta così: “La gestione dei diversi programmi di sviluppo rurale della Regione Molise, nel periodo marzo 2013-aprile 2018 ci ha visto impegnati in cinque anni di durissimo lavoro. Pensato, sviluppato, programmato ed eseguito, gomito a gomito, con le organizzazioni professionali di categoria, sottoposte a numerose ed interminabili riunioni del tavolo verde. Mai un’azione improvvisata, mai un atto amministrativo non condiviso dal partenariato, mai senza una previa attenta analisi di contesto del territorio. Il tutto governato da un modello amministrativo straordinario. Questo ci ha consentito, al 31.12.2015, di evitare il definanziamento, e siamo stati l’unica regione nel sud Italia”.

Il modello amministrativo al primo posto per l’ex vicepresidente della Giunta regionale che vuole ribadire che i risultati raggiunti sono frutto del lavoro indefesso di altri.

“Lo stesso modello amministrativo che ci ha permesso di approvare nel gruppo dei primi, il nuovo programma si sviluppo rurale 2014/2020, che ci ha consentito di effettuare investimenti in favore dei giovani nuovi insediati in agricoltura (primi in Italia) triplicando la spesa rispetto al vecchio programma (da 4 milioni di euro al 12 milioni di euro), che ci ha fatto elevare in maniera esponenziale il numero degli ettari coltivati a Bio (da 1000 a 10000 e far passare le aziende da 130 a 400), che ci ha permesso di finanziare tra le più importanti aziende di trasformazione agroalimentare presenti sul territorio, che ci ha consentito di aver il miglior avanzamento, sugli impegni, d’Europa”.

 

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