Sanità, Toma non sarà commissario. Fanelli: “Un fallimento politico del governatore”

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Micaela Fanelli

La norma che sancisce l’incompatibilità della carica con quella di presidente della Regione contenuta nel Decreto fiscale, approvato ieri dal Governo e ora in attesa della firma del presidente della Repubblica


CMPOBASSO. “Il fallimento politico del presidente della Regione Donato Toma, che non è riuscito nel suo intento più grande, sul quale ha speso grandi energie fin dal primo giorno del suo insediamento”.

Questo il giudizio che il consigliere regionale del Pd Micaela Fanelli ha espresso sulla norma, contenuta nel Decreto fiscale, che sancisce l’incompatibilità tra la carica di governatore e quella di commissario alla sanità per il piano di rientro del deficit. Decreto approvato ieri dal Governo Conte e ora in attesa della firma del presidente della Regione Sergio Mattarella e della conversione in legge.

“Se sia una scelta giusta o sbagliata – ha dichiarato Fanelli – lo si vedrà nel tempo. Toma non sarà commissario e per questo si ritroverà a gestire solo un quarto delle risorse regionali. Non sono dunque serviti gli ‘ottimi rapporti’ con il Ministro Salvini, né tanto meno l’appello della sua maggioranza che, da sola in Consiglio regionale, aveva fatto voti al Governo per scongiurare quello che fin da subito era apparso chiarissimo: Roma non ascolta più i governatori e decide tutto da sola. E questo non è un bene per il Molise e per tutte le altre Regioni d’Italia”.

“In attesa della conversione in legge del decreto e di possibili ricorsi alla Corte Costituzionale – ha aggiunto Fanelli – resta solo la speranza che questa decisione sia davvero utile alla sanità molisana e che il presidente Toma riesca ad instaurare un’immediata sintonia d’azione con il nuovo commissario, chiunque esso sia. Pretendendo maggiore peso politico nazionale dalla sua maggioranza, che con tutta evidenza, in particolare la Lega, non è riuscita a dare manforte al suo presidente. Coinvolgendo maggiormente le forze d’opposizione, il partenariato, l’associazionismo ed i comitati, che devono essere messi nelle condizioni di contribuire a delineare una nuova strada da percorrere nell’interesse generale della regione”.

“Soprattutto quando si sta per essere esautorati dell’80% del bilancio – ha rimarcato ancora l’esponente dem – è necessario serrare i ranghi politici e sociali, mostrarsi uniti e per questo più forti, abbandonando ogni tatticismo in favore di una visione più alta, che riporti al centro le esigenze del Molise e dei molisani. Che non hanno più bisogno di proclami, ma di fatti e risultati. Quelli promessi in campagna elettorale dai governi di centrodestra, di cui, dopo quasi sei mesi, non c’è ancora traccia”.

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