Referendum, la Regione lo invoca ma non ha una legge che lo regolamenti

L’ex consigliere Domenico Di Lisa scrive al presidente del Consiglio: due anni fa inoltrai una proposta ‘base’ sulla quale iniziare a discutere, inutile dire che il suo predecessore non mi ha mai risposto


CAMPOBASSO. Una evidente contraddizione quella venuta fuori dal dibattito in Consiglio regionale sul tunnel di Termoli: “La Regione si appella al Comune di Termoli perché faccia esprimere i propri cittadini ma non disciplina la materia sugli istituti di partecipazione negando ai molisani di potersi esprimere su questioni che riguardano la Regione”.

Domenico Di Lisa, ex consigliere regionale, prende la palla al balzo – come si suol dire – e scrive al presidente Micone per sottolineare la ‘stonatura’.

Domenico Di Lisa

Lo Statuto della Regione Molise prevede le forme di partecipazione poiché “regola l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali” ma ne ha subordinato la concreta esercitabilità alla approvazione di apposita legge regionale che normasse le modalità di esercizio del diritto e che “la Regione Molise, unica in Italia, non ha mai provveduto ad approvare tale legge negando, in tal modo, diritti costituzionali ai propri cittadini” rimarca Di Lisa.

Due anni fa, prese carta e penna e scrisse al Presidente dell’assise, che allora era Vincenzo Cotugno, sottolineando questa discordanza evidente. “Evidenziavo come fosse oltremodo necessario ed indispensabile recuperare il tempo perduto e procedere in tempi rapidissimi alla approvazione di una legge regolamentativa degli istituti di partecipazione per non approfondire il solco sempre più grande tra i cittadini e la politica, e non alimentare la sfiducia nei confronti delle istituzioni. A volte i cittadini sentono il bisogno di esprimersi direttamente su temi rilevanti e la politica e le istituzioni non hanno né il diritto né, credo, l’interesse a comprimerlo o annullarlo” dice l’ex consigliere ripercorrendo la vicenda.

Alla lettera allegai un articolato che regolamenta la materia degli istituti di partecipazione, da far pervenire a tutti i consiglieri regionali, specificando che si trattava solo di una proposta che aveva come unico obiettivo quello di accelerare i tempi. Una proposta aperta, di stimolo ai consiglieri a legiferare urgentemente. Inutile dire che non ho avuto alcuna risposta dal presidente Cotugno e che il Consiglio regionale non ha mai legiferato sulla materia”.

Dopo il silenzio durato quasi due anni, in Consiglio regionale accade qualcosa che fa riaccendere le speranze.

“Mi sono deciso dopo avere letto del pressante ‘invito’ che, alla quasi unanimità, nell’ultima seduta l’aula ha rivolto al Comune di Termoli affinché prima di procedere alla realizzazione del tunnel faccia esprimere i cittadini termolesi. A scanso di equivoci dichiaro di non condividere quell’opera. La abissale distanza tra le altisonanti dichiarazioni di principi e la pratica disattesa di essi non può non approfondire il solco tra i cittadini e la politica”.

Quindi, Di Lisa ha inoltrato di nuovo la proposta chiedendo al presidente Micone di farla pervenire ai consiglieri sperando che si avvii il conseguente iter legislativo perché “di questa legge ne abbiamo bisogno tutti: cittadini, politica e istituzioni”.

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