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Vaccini e fondi all’editoria, bagarre in aula. I 5 Stelle abbandonano tra le critiche

A Palazzo D’Aimmo va in scena l’ennesimo scontro tra Facciolla e i 5 Stelle sulla impugnativa del Governo relativamente alla legge regionale sui vaccini. “Rilievi che saranno sanati” avverte la Fanelli. Sull’odg di Antonio Tedeschi sul tanto dibattutto argomento dei fondi per l’editoria, il Movimento abbandona l’aula. L’odg passa all’unanimità dei presenti. Toma ringrazia: “La vostra assenza rimarca la differenza”. E poi rivela: “Ancora tentano di convincermi a concordare un nome per il commissario ad acta. Io non mi presto a questo gioco”.


CAMPOBASSO. Fuochi d’artificio in Consiglio regionale, tra il portavoce del M5s Andrea Greco e l’esponente del Pd Vittorino Facciolla. Uno scontro politico che si è acceso quando il pentastellato ha annunciato in aula che il Governo ha impugnato, per conflitto di competenza, la legge regionale sui vaccini, presentata dai dem e votata anche dal centrodestra.

E che si è ulteriormente infiammato quando Greco è entrato in aula con la Costituzione, con l’intento di mostrarla a Facciolla “che ha costretto l’aula a parlare per ore di vaccini, quando noi dicevamo che era competenza del Governo nazionale”.

La nota stampa inviata dai 5 Stelle rende l’idea dell’atmosfera incandescente che ormai si respira in aula. “Ancora una volta – spiegano i 5 Stelle in una nota stampa – il Consiglio regionale perde tempo e soldi pubblici su un atto inutile”.  Riferendosi alla legge regionali sui vaccini, il Movimento chiarisce le motivazioni dellì’impugnativa della norma.

“Due giorni persi dietro alla norma n. 8 del 12 settembre scorso, ‘Disposizioni in merito alle vaccinazioni per i minori di età’, che il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deliberato di impugnare. Alcune norme, riguardanti gli obblighi di vaccinazione ai fini dell’iscrizione e dell’accesso dei minori d’età alle scuole dell’infanzia e ai servizi educativi per l’infanzia, eccedono dalle competenze regionali e intervengono in un ambito nel quale sono prevalenti gli aspetti ascrivibili ai principi fondamentali in materia di tutela della salute e di profilassi internazionale, riservati alle competenze legislative dello Stato.

Esse ledono altresì il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 e la competenza riservata allo Stato dall’art. 117 della Costituzione, in materia di ‘norme generali sull’istruzione’, che mirano a garantire che la frequenza scolastica avvenga in condizioni sicure per la salute di ciascun alunno. In pratica – spiegano i portavoce – la legge regionale, votata da tutto il Consiglio regionale eccetto che dal MoVimento 5 Stelle, per il Consiglio dei ministri evidentemente è viziata da profili di incostituzionalità, ciò che abbiamo sempre detto. Vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, la legge dovrà essere modificata finendo per essere depotenziata di qualsiasi effetto concreto. Dunque, il Consiglio regionale ha perso tempo e soldi pubblici, per due giorni, su qualcosa che non è di sua competenza, più o meno ciò che è accaduto oggi. Ecco perché i portavoce M5S sono usciti dall’aula: per non sprecare tempo e soldi dei cittadini”.

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