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Migranti e malavita, sicurezza a rischio: la Regione pensa ad una commissione di vigilanza

Nel prossimo Consiglio, lunedì 5 novembre, verrà discusso l’ordine del giorno, a firma Di Lucente-Micone, che impegna alla creazione di un organo che monitori la correlazione tra immigrazione e criminalità organizzata soprattutto sul territorio della provincia di Isernia


CAMPOBASSO. Una presa di posizione netta e che non lascia spazio a dubbi. Per il consigliere regionale Andrea Di Lucente e il presidente del Consiglio Salvatore Micone, i vari progetti di integrazione promossi dai centri Sprar, Cat e Cas a nulla o poco sono serviti.

di lucente 1E così sul tavolo istituzionale arriva un ordine del giorno che impegna il Consiglio “a porre in essere ogni atto di propria competenza affinché venga creata una commissione di vigilanza sulla correlazione tra criminalità e immigrazione, che attivi un dialogo serrato con prefetture e questure e che relazioni in Consiglio regionale sull’attuazione del piano integrato e sulle misure adottate per la gestione del flusso migratorio. Tale commissione – si legge nella richiesta – dovrà anche interfacciarsi con i sindaci e gli amministratori che subiscono in prima persona le ripercussioni della presenza di Sprar, Cat e Cas sul proprio territorio.

Ad essere interessata maggiormente è la provincia di Isernia, dove secondo Di Lucente e Micone, quello dei migranti “inizia ad essere un tema di forte dibattito politico, ma soprattutto di grande tensione sociale, alla luce anche degli episodi di violenza registrati nel corso degli ultimi 6 mesi. In Consiglio regionale – continuano i due esponenti di maggioranza – l’assessore con delega all’Immigrazione, Luigi Mazzuto, ha fornito i dati relativi all’accoglienza nelle due province. Da questi dati emerge una sproporzione nel numero di Centri dell’area Isernia rispetto a quelli del Campobassano. Nello specifico, tra Cas, Cat e Sprar sono 73 le strutture in Molise, ovvero 36 nella provincia di Campobasso e 37 in quella di Isernia che, però, ha la metà della popolazione, determinado un’incidenza più significativa nell’area pentra”

Poi il duro attacco verso l’attuale gestione dell’accoglienza. “Le politiche per una reale integrazione – scrivono Di Lucente e Micone – stentano a decollarenonostante quanto riferito dal Piano integrato sotttoscritto nel 2014, determinando la permanenza di centinaia di persone lungo le strade delle città con il rischio di un aumento della delinquenza. La tensione sociale, soprattutto nell’area dell’Isernino, sta diventando sempre più intollerabile, tanto da spingere gli amministratori a lanciare continui appelli, persino allo stesso ministro dell’Interno; ogni giorno la stampa locale riporta notizie legate a reati commessi da richiedenti asilo, la maggior parte dei quali in provincia di Isernia. Nonostante le rassicurazioni da parte della prefettura del capoluogo pentro, resta forte la percezione da parte dei cittadini di un aumento criminalità, oltre alla preoccupazione che possano essere il campanello d’allarme di possibili infiltrazioni malavitose. Infine, dalla procura della Repubblica di Campobasso si è levato il grido d’allarme legato alla maggiore diffusione dei reati legati allo spaccio di droga, nonostante i continui controlli e la repressione messa in atto dalla forze dell’ordine”. In virtù di tutto questo, valutato che la giunta regionale, attraverso il proprio presidente e l’assessore al ramo, ha fornito un indirizzo in materia di politiche per l’immigrazione, ma non ha chiaramente definito linee guida precise, Di Lucente e Micone chiedono con forza l’istituzione di una commissione di vigilanza.

 

 

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