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Bolli auto non pagati: la prescrizione ‘brucia’ 25 milioni

Consiglio regionale dedicato al ‘question time’: il presidente Toma ‘racconta’ il buco finanziario legato all’evasione della tassa regionale. Sul sisma dell’agosto scorso, Facciolla rincara la dose: “Questo governo gialloverde si è dimenticato del terremoto e del commissario”. Passa all’unanimità l’ordine del giorno di Scarabeo sulla ridotta apertura dello sportello Inps di Agnone. Mena Calenda illustra la vicenda dopo aver parlato direttamente con il direttore regionale dell’Istituto


CAMPOBASSO. Venticinque milioni persi, andati in fumo, per intervenuta prescrizione (dovuta a motivi diversi) del bollo auto, la tassa regionale che fa registrare un elevato tasso di evasione.

Il dato lo ha rivelato il governatore Donato Toma, a margine della discussione pomeridiana in Consiglio regionale sull’interpellanza presentata dal Movimento 5 Stelle e relativa al mancato introito nonostante l’invio, da parte della Regione, di oltre 31mila avvisi di pagamento sui quali però era già calata la scure della prescrizione.

Si tratta di risorse, sarà bene chiarirlo, che entrano nei bilanci della Regione e che, quando non vengono incassate, producono un danno per la conseguente impossibilità di poterne disporre.

I fatti sui quali il consigliere Andrea Greco ha chiesto chiarimenti sono quelli recenti: la Regione ha inviato gli avvisi di pagamento dei bolli auto che però erano già prescritti. Il periodo al quale si riferivano le richieste è quello compreso tra il 2008 e il 2011. Gli oltre 31mila avvisi, arrivati a Poste Italiane alla fine del dicembre 2015, erano comunque già inesigibili, ma per beneficiare della prescrizione occorreva comunque proporre ricorso. E ne sono arrivati a migliaia.  Qualche cittadino ha chiesto anche i danni alla Regione, per lite temeraria: danni puntualmente accordati dal Tribunale, come ha raccontato lo stesso Greco. Motivo per il quale l’ente, nell’aprile 2018, ha deciso di non procedere, di ‘condonare’ quei 31mila avvisi stante la possibilità concreta di subire, oltre al danno, anche la beffa.

La tassa regionale è da sempre oggetto di una forte evasione e il governatore Toma ha fornito date, cifre e spiegato vicende che sono ancora al centro di contenziosi civili.

“Sono state ingenti le perdite di gettito per la Regione, dal 1999 (anno in cui la riscossione del tributo è passata nella gestione regionale) ad oggi – ha spiegato il governatore – Allora ci si affidò ad una società, la ‘Srt Spa’, ma di quel contratto, da una verifica che abbiamo avviato, non risulta alcun documento che confermi la procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio. Nel 2006 la ‘Srt Spa’ viene divisa in due tronconi, una entrò in quella che era Equitalia e l’altra divenne ‘Esattorie Spa’, controllata da un professionista isernino. Nel 2013 la società diventa oggetto di un’inchiesta poiché i contributi versati sarebbero stati utilizzati per ricapitalizzarla.

La ‘Esattorie spa’ il primo luglio del 2013 chiude gli sportelli e solo nell’ottobre dello stesso anno riconsegna gli archivi. Quindi – ha spiegato il presidente – il tempo per avviare la ricognizione sui contribuenti che non avevano pagato e quello per la predisposizione degli avvisi di pagamento era davvero esiguo rispetto all’avvicinarsi della prescrizione. La Regione Molise ha chiesto quindi aiuto all’Aci che ha inviato 85mila accertamenti per gli anni 2008-2009-2010. La consegna alle Poste è avvenuta il 31 dicembre del 2013 e solo 23 milioni si sono salvati dalla prescrizione e sono entrati in Bilancio. L’Aci ha continuato ad operare anche per i bolli 2011, inviando 58mila accertamenti nell’agosto del 2014. Poi, dopo una procedura ad evidenza pubblica, il servizio di riscossione è stato affidato alla ‘Ica Creset’ che ha inviato 36mila avvisi per il 2012 di cui .8000 non recapitati per motivi diversi (indirizzi non più corrispondenti ad esempio). Con la Ica Creset si è proceduto di recente ad un affidamento di servizi complementari per affrontare tutti gli arretrati”.

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