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Bufera su Toma: nel mirino gli ‘strapuntini’ agli amici di destra e di sinistra

Lunedì scorso la maggioranza si sarebbe spaccata sulla modifica dello Statuto che consegnerebbe cinque anni di mandato ad un solo presidente del Consiglio, poi una seire di designazioni avrebbero fatto infuriare alcuni consiglieri al punto che domani, prima dell’assise, potrebbero riunirsi d’urgenza. All’ordine del giorno ci sono anche le nomine del CdA di Molise Acque e del collegio dei revisori dell’Arsarp


CAMPOBASSO. L’estate di San Martino ha portato vento freddo e gelido in via Genova, sede della Giunta regionale dove una vera e propria bufera politica starebbe imperversando sul governatore e su alcuni ‘fedelissimi’ esponenti di maggioranza.

Voci di corridoio molto circostanziate ed affidabili raccontano che la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe derivata da una serie di strapuntini (leggansi incarichi, designazioni, consulenze) che sarebbero stati affidati in questi ultimi giorni sia a volti nuovi e riferibili al centrodestra, che a figure in passato vicine al governo di centrosinistra.

Designazioni che non avrebbero trovato affatto il consenso di parte della maggioranza che avrebbe contestato, a muso duro, le scelte compiute al punto che per domani mattina sarebbe stata richiesta (ma non è dato sapere se sia stata accordata) una riunione urgente da tenersi un’ora prima del Consiglio regionale.

Non solo: lunedì sera gli stessi consiglieri di maggioranza si sarebbero riuniti sempre a Palazzo Vitale per affrontare un altro enorme ostacolo che si è materializzato sul cammino politico del Governo Toma. La famigerata modifica dello Statuto che dovrebbe allungare a cinque anni il mandato del presidente del Consiglio regionale la cui carica, come da norma, dovrebbe durare 30 mesi (al pari di quelle dei presidenti di Commissione).

Anche su questa proposta, che è all’ordine del giorno del Consiglio convocato per domani, ci sarebbero varie perplessità. Ci sarebbe resistenza, come detto proprio su queste colonne, in forza di un accordo elettorale da rispettare. Quello stipulato con l’attuale presidente della IV Commissione consiliare nonché sottosegretario Quintino Pallante il quale avrebbe ricevuto ampie rassicurazioni, prima del voto di aprile scorso, circa la sua elezione (al secondo giro) sullo scranno più alto di Palazzo D’Aimmo. Pallante non è più solo (numericamente) vista la vicinanza con Michele Iorio, rafforzata dalla presentazione congiunta di una lista alle elezioni provinciali. Quindi non è peregrino pensare che sia l’uno che l’altro abbiano detto no ai cinque anni di presidenza affidati ad un solo consigliere.

All’ordine del giorno ci sarebbero anche le nomine del CdA della Molise Acque e del Collegio dei revisori dell’Arsarp, ma con questi ‘chiari di luna’ le votazioni potrebbero disegnare scenari diversi da quelli previsti. Probabilmente su questi due punti il governatore preferirà non rischiare. A meno che dalla riunione con la maggioranza si trovi la soluzione per evitare ulteriori frizioni.

 

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