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Presidente del Consiglio per 5 anni, il blitz ‘ a sorpresa’ della maggioranza

Seduta pomeridiana dell’assise: Greco presenta un’interrogazione urgente sugli ‘strapuntini’ dopo gli articoli apparsi sulla stampa. Inversione a U della maggioranza sulla proposta di allungare a 5 anni il mandato del Presidente del Consiglio: presentato un emendamento che differisce alla prossima legislatura l’entrata in vigore (eventuale) della normativa. Tanti distinguo fra i consiglieri di maggioranza, ma poi a sorpresa la crisi rientra. E la normativa passa


CAMPOBASSO. Raffica di interrogazioni e interpellanze all’inizio della seduta pomeridiana del Consiglio regionale, compresa quella presentata dal Movimento 5 Stelle per chiarire le informazioni apparse sulla stampa (non tutta) circa l’affidamento dei servizi di assistenza dei Programmi Europei. Argomento ‘strapuntini’ quindi, al centro di un’interrogazione urgente (l’aula non ha approvato l’immediata iscrizione).

Si parte con il punto ‘dolente’ della seduta. La modifica dello Statuto che è al centro di una proposta di legge del presidente Toma nella sua veste di consigliere regionale. In pratica, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e il presidente di Palazzo D’Aimmo resteranno in carica per cinque anni e non più per i 30 mesi che dalla nascita della Regione Molise hanno cadenzato la ‘vita’ dell’organismo che rappresenta il Consiglio e quindi tutte le forze politiche. La seduta mostra fin da subito la difficoltà della maggioranza nell’approvare la proposta. Molti i consiglieri che  ‘confessano’ i propri dubbi, ma alla fine la ‘protesta’ rientra. E anche Quintino Pallante, che si era detto inizialmente contrario, quando la questione volge a suo favore (dopo l’emendamento che lo ‘salva’ in pratica)  vota a favore, confermando le indiscrezioni che lo vedono direttamente coinvolto in quanto ‘futuro presidente‘. La modifica entrerà in vigore dalla prossima legislatura, quindi il prossimo vertice dell’assise (fra due anni) dovrebbe essere lui, in forza di un accordo prelettorale stretto con Toma.

I LAVORI. Al consigliere Andrea Di Lucente il compito, in qualità di relatore, di illustrare la proposta di legge e le sue motivazioni. Prima fra tutte la ‘stabilità’ del Consiglio stesso che non sarebbe più esposto alle frizioni interne legate all’approssimarsi della scadenza fissata con legge. E, in seconda battuta, la fine di quel ‘poltronificio’ che gira intorno agli incarichi di prestigio, occasione di forti contrapposizioni politiche.

Che l’argomento non sia propriamente nelle corde dei consiglieri di maggioranza (posto che la minoranza, per ammissione di Patrizia Manzo e di Vittorino Facciolla non pare sia stata nemmeno consultata sebbene l’argomento ‘chieda’ condivisione delle forze politiche, visto il ruolo di garanzia del presidente del Consiglio) è fin subito chiaro con la prima dichiarazione di voto. Quella di Aida Romagnuolo (Lega): “Anche io, come molti di voi, ho immaginato di poter essere presidente del Consiglio quando sono stata eletta. Se questa norma fosse stata modificata a valere sulla prossima legislatura l’avrei votata, ma non è così. Non è nell’interesse dei cittadini, ma solo della politica. Quindi annuncio il mio voto contrario”.

E il gelo scende nell’aula del Consiglio regionale. Il dibattito successivo evidenzia una serie di argomentazioni e di dubbi che coinvolgono direttamente anche la maggioranza consiliare.

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