Primarie Pd: i big con Minniti. Ruta ‘tentato’ da Boccia. E la Venittelli cena con un emissario di Zingaretti

Sei i candidati (al momento) in corsa per il ruolo di segretario nazionale del Partito democratico; in Molise domani si riunirà il Coordinamento per definire la tempistica del congresso e la data per il test elettorale interno


CAMPOBASSO. Sarà pure un ‘test interno’, ma è innegabile che le primarie per la individuazione del segretario (nazionale e regionale) del Partito democratico rappresentino, in questo momento storico, la verifica di una connessione tra politica e cittadini che si è interrotta in maniera traumatica.

Si arriverà alle Primarie con un bagaglio pesantissimo, che dal 4 marzo scorso in poi ha decretato il tracollo in termini di consenso per il Partito democratico.

CHI CI SARA’. Lo scenario nazionale, come è noto, al momento vede sei candidati in corsa per le Primarie che dovrebbero tenersi nella prima settimana di marzo (il 3 marzo potrebbe essere la data giusta): Nicola Zingaretti, Matteo Richetti, Francesco Boccia, Cesare Damiano, Dario Corallo, Marco Minniti ed è ancora in forse Maurizio Martina.

SCENARIO REGIONALE. I sei (forse sette) in corsa rappresentano, a livello locale, le correnti che potrebbero anche esprimere un proprio candidato alla segreteria regionale (ove mai non si raggiungesse la sintesi su un solo esponente in grado di catalizzare il consenso di tutte le varie anime del partito). Non tutti sono d’accordo, però, sull’ipotesi candidato unitario. E’ altrettanto corposo il numero di chi vuole scegliere il segretario regionale del Pd per coinvolgere gli elettori come primo passo verso un deciso ritorno nel cuore dell’elettorato di centrosinistra.

Su Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, che oggi ha dichiarato “non sono renziano” ma è appoggiato dai sostenitori dell’ex presidente del Consiglio dei ministri, confluiranno con altissima probabilità i consiglieri regionali Vittorino Facciolla, Micaela Fanelli, il già consigliere Tonino D’Alete, l’ex presidente Frattura.

Nicola Zingaretti, sostenuto a livello nazionale dagli ex ministri Orlando e Franceschini (che potrebbe avergli suggerito un ‘passaggio’ in Molise viste le radici della moglie che è di Bonefro) e dall’ex premier Gentiloni, sarebbe interessato a comprendere gli scenari locali, posto che solo qualche sera fa ha inviato un suo uomo di fiducia a Campobasso: a cena con lui, in un noto ristorante del centro storico, c’erano l’ex deputata Laura Venittelli e il consigliere comunale Pino Libertucci. Non pervenuto il sindaco di Campobasso Antonio Battista che, tempo fa, aveva sciolto ogni riserva dichiarando di sostenere il presidente della Regione Lazio. Non solo: questa scelta lo avrebbe anche indotto a coinvolgere e cercare l’unità con il resto della sinistra in vista delle prossime amministrative di maggio, per un progetto ampio e decisamente più definito politicamente.