Le indiscrezioni di queste ore vedono come protagonista Mena Calenda, battagliera esponente della Lega che ha dichiarato pubblicamente di essere in forte polemica con il suo partito per la questione della mancata designazione del Commissario ad Acta
CAMPOBASSO. La notizia gira negli ambienti politici del centrodestra, ma al momento non viene confermata. Ma è comunque di dominio pubblico.
Potrebbe crescere il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, dove al momento – di fatto – c’è solo Quintino Pallante che è presidente della IV Commissione consiliare e sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale. Nelle intenzioni, però, ci sono già le adesioni di Michele Iorio (che ha confermato questa visione comune d’intenti, formalizzata proprio nel corso di un incontro con Raffaele Fitto e Giorgia Meloni) e di Massimiliano Scarabeo, che non ha smentito la notizia di un suo avvicinamento, tra l’altro anticipato proprio dall’ex presidente della Giunta regionale.
Ai tre potrebbe aggiungersi, ed è questa la voce che circola, il consigliere regionale Mena Calenda, eletta a suon di preferenze con la Lega ma che non ha fatto mistero, pubblicamente, di non comprendere alcune scelte del partito di Salvini che di fatto penalizzano, e non poco, il suo territorio.
Non ultima la dichiarazione resa nel corso del Consiglio regionale nel quale si è discusso di sanità regionale e degli ‘effetti’ della mancata designazione del Commissario ad Acta. In quella seduta, con grande senso di responsabilità, la Calenda ha dichiarato – senza alcuna possibilità di equivoco – che, in evidente dissenso con il suo partito, avrebbe disertato la convention dedicata agli amministratori locali che dovrebbe tenersi agli inizi di dicembre a Roma.
Gli indizi di un possibile allontanamento ci sono. E potrebbero derivare dalle mancate azioni politiche della Lega (e di Salvini) circa l’incompatibilità tra commissario ad acta e presidente della Regione (che colpiscono il governatore Toma, che ha in maggioranza due leghisti e un assessore esterno), oltre alla evidente difficoltà di gestione del settore in assenza di chi decide (il commissario, appunto) che ha ripercussioni sui cittadini e sui bisogni, tema questo al quale Mena Calenda è molto sensibile.
In più ci sarebbe un ragionamento politico da non sottovalutare: al momento, seppure non formalmente, sono tre i consiglieri regionali che hanno aderito a questa nuova federazione che proporrà unitariamente i candidati alle prossime Europee e alle vicine elezioni amministrative. Un partito (visto che l’obiettivo che si pone è questo) che vuol diventare un interlocutore privilegiato del centrodestra, schieramento nel quale si pone senza fraintendimenti. E dopo la tornata amministrativa, molto probabilmente, questa federazione (che in Regione è frammentata in tre formazioni consiliari) potrebbe riunirsi e diventare un solo gruppo politico. E qui il ragionamento apre ad altre considerazioni, affrontate anche nel corso dell’intervista che il già presidente Iorio ha rilasciato.
Il peso politico cambierebbe, e pure di parecchio. Tre consiglieri che potrebbero diventare quattro, ove mai la notizia di una possibile adesione di Mena Calenda dovesse essere confermata, magari più in là.
E fra i quattro, quindi, ci sarebbe anche la donna che potrebbe aspirare a diventare assessore, oltre che per meriti e capacità, anche per togliere dai guai (del ricorso amministrativo) il governatore Toma, privo di una presenza femminile in Giunta. Tra l’altro, la Calenda avrebbe tutte le carte in regola per ricoprire quel ruolo, al di là della ‘quota rosa’ che assomiglia ad un contentino da dare a prescindere.
Politicamente, quindi, in quattro si potrebbe ragionare con il governatore portandogli in dote quel famoso ‘risultato elettorale’ che lui ritiene indispensabile per poter avere un posto in Giunta.
Della serie, l’unione fa la forza.
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