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Arriva in Molise il reddito di residenza attiva: 700 euro per andare a vivere nei piccoli borghi

Oltre al trasferimento del domicilio è richiesta l’apertura di un’attività, imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale. L’annuncio del governatore Donato Toma in una conferenza stampa accanto al consigliere Tedeschi, promotore dell’iniziativa


CAMPOBASSO. Il Molise sta lentamente scomparendo e la Regione lancia l’idea per frenare lo spopolamento delle aree interne: il reddito di residenza attiva.

L’alter ego al ‘reddito di cittadinanza’ proposto dai Cinque stelle prevede la concessione di un contributo, fino a 700 euro al mese, 8mila l’euro l’anno per tre anni, in favore di chi sposta la residenza nei comuni fino a duemila abitanti, che in Molise sono 100. Altro requisito richiesto l’apertura per almeno tre anni di un’attività, imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale, per rivitalizzare concretamente l’economia dei piccoli comuni. Necessaria, inoltre, la cittadinanza italiana. 

tedeschi scuncioAd illustrare la misura il governatore del Molise Donato Toma, in una conferenza stampa a Palazzo Vitale insieme al consigliere Antonio Tedeschi (nella foto, ndr), che aveva redatto una proposta di legge, sospesa per non far gravare i costi dell’operazione sulle casse regionali ma sui ministeri dell’Economia e delle Finanze e sul Ministero dello Sviluppo economico, dopo la firma di un protocollo d’intesa.

Ne è nato un provvedimento adottato ieri pomeriggio dalla Giunta regionale. Il Reddito di residenza attiva, appunto, un Fondo in favore dei soggetti che vanno a risiedere nei comuni con popolazione fino a 2000 abitanti. Previsto uno stanziamento di 977mila euro, con i quali saranno finanziati interventi in favore di 40 beneficiari, che per potranno percepire fino a 700 euro al mese. 

“Puntiamo a far tornare a vivere in regione i molisani che vivono all’estero o in altre regioni – ha chiarito Tedeschi – l’apertura di attività, necessaria per accedere al Fondo, potrà poi rilanciare l’economia, con un effetto moltiplicatore sullo sviluppo. Ci auguriamo ci siano più di 40 domande, con l’auspicio che il Governo regionale metta poi in campo altre risorse, per aumentare la platea dei beneficiari”.

“Non si tratta di un intervento in grado di risolvere il problema dello spopolamento del Molise – ha precisato Toma – ma magari di arrestarlo. Siamo consapevoli che per rilanciare lo sviluppo servono infrastrutture e servono grosse aziende, in grado di assumere personale. Posso però già anticipare che presto approderanno in regione, nelle Piane di Larino, grossi stabilimenti. Abbiamo contatti, tra l’altro, con Aia e Fruttagel”.

L’esecutivo Toma ha varato anche un’altra misura ‘Mantenimento e miglioramento dei servizi essenziali nei piccoli Comuni’, a favore dei 69 centri del Molise al di sotto dei mille abitanti, finanziata con 700 mila euro con un massimo di 15mila per ogni amministrazione. Sostegni che serviranno per scuolabus, mense, biblioteche e altri servizi di interesse generale. Nelle schede inviate ai Ministeri è previsto tutto il cronoprogramma, che partirà con la pubblicazione dei bandi, già all’inizio del nuovo anno, per essere completato entro la fine del 2019.

Carmen Sepede

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