Isernia, donano le ferie alla collega in difficoltà: l’esempio della Izzi Group nel segno della solidarietà

Una donna che necessitava di assistere il marito malato si è vista cedere centinaia di ore da tutto il team dell’azienda, lavoratori e proprietà. Con i titolari che hanno sottoscritto un accordo integrativo per superare gli ostacoli burocratici che le avrebbero impedito, per legge, di stare vicina al coniuge


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Una lezione di umanità, etica, solidarietà, attenzione verso chi soffre. Protagonista una nota azienda della realtà isernina, la Izzi Group srl di Isernia, che ha deciso di impegnarsi attivamente in favore di una dipendente avente il marito malato e bisognoso di assistenza continuativa.

soliderieta1La vicenda inizia 6 anni fa, con l’uomo che scopre di doversi curare per un problema serio. Sua moglie deve stargli vicino, la scelta è di recarsi fuori regione per fare tutto il possibile. E l’azienda presso la quale è assunta, da subito, viene messa al corrente dell’esigenza di doversi recare spesso fuori sede. Quest’anno, dopo un lungo tribolare, per la donna è di nuovo necessario partire per il Nord Italia, dove deve recarsi molto spesso per stare accanto al consorte ricoverato. Le ferie a disposizione e i permessi finiscono presto e qui subentra uno spirito di collaborazione tra colleghi e nell’azienda che rappresenta un modello da imitare.

La proprietà, di fronte all’esigenza straordinaria, si rende subito conto del clima che c’è all’interno: i colleghi vogliono assolutamente fare qualcosa per la donna, ma non sanno come.

Esiste infatti la legge 104 del 1992, che consente di usufruire di ore o permessi retribuiti per i caregiver, ovvero i familiari che si occupano di assistere e curare un parente affetto da disabilità grave, stabilizzata o progressiva. Ma ciò non vale per i familiari ricoverati a tempo pieno in una struttura specializzata, come nel caso della signora, che ha il marito in terapia presso un ospedale pubblico e dunque non può beneficiare dei permessi.

Ci sono poi le ferie solidali, una nuova eventualità che è stata introdotta dal Decreto semplificazioni – decreto attuativo del Jobs Act – le cui norme prevedono che i lavoratori possono cedere a titolo gratuito le proprie ferie maturate ai dipendenti dallo stesso datore di lavoro. Stando al Contratto collettivo nazionale di riferimento nel caso di specie – Commercio, servizi e terziario – che deve prevedere le condizioni e le modalità di cessione, la donna potrebbe ricevere soltanto le cosiddette ‘ferie monetizzabili’, ossia quelle ulteriori rispetto al minimo annuale irrinunciabile di 4 settimane retribuite, oppure i riposi non goduti in aggiunta ai normali riposi giornalieri e settimanali. Ma in realtà non può usufruire neppure di questo strumento, purtroppo: perché la cessione delle ferie vale solo per l’assistenza dei figli minori che necessitano di cure costanti per le particolari condizioni di salute. Uno o più figli minorenni, recita la legge, ma non il coniuge.

Qui subentra l’azienda, che dimostrando una sensibilità fuori dal comune decide di farsi subito carico della questione, impegnandosi in prima linea ad aiutare la propria dipendente nel superare gli ostacoli burocratici previsti dall’apparato legislativo che lo Stato ha comunque previsto a tutela di situazioni di difficoltà.