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Operazione rimpasto, rischio grosso per la Lega. Fanelli (Pd): fumo negli occhi, i problemi di Toma sono altri

La decisione di azzerare le deleghe non può essere frutto solo di un ‘problema politico’ con Aida Romagnuolo o di una presunta tensione sul Piano strategico del Turismo. Dietro, altri nodi irrisolti: a partire dalle nomine, quelle mancate e quelle effettuate. E poi le Amministrative così vicine. L’unica casella che Toma potrà sostituire, senza creare caos a Palazzo D’Aimmo, con i consiglieri entrati in sostituzione degli assessori, è quella della Lega. Caustica Micaela Fanelli: “L’atteggiamento di Toma è menzognero e pure codardo”


CAMPOBASSO. Aida Romagnuolo e la sua posizione critica. Il Piano strategico del Turismo da oltre un milione di euro – tutto compreso – affidato a Sviluppo Italia senza bando di gara. L’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe ma, in fondo in fondo, fumo negli occhi. I motivi veri della decisione improvvisa di Donato Toma di azzerare le deleghe e redistribuire i compiti sarebbero altri. Una decisione presa sull’onda di una poderosa ‘incazzatura’, derivante dal silenzio di piombo che ha circondato alcune situazioni che lo hanno portato sulla graticola. Non ultima quella uscita fuori luogo sul suo stipendio non adeguato che lo ha ‘sbattuto’ in prima pagina senza che nessuno lo difendesse.  

IL CASO AIDA ROMAGNUOLO NON REGGE. Sul banco degli imputati è finita subito la Lega. Ma non c’è solo il ‘caso Aida Romagnuolo’. Che poi, alla fine, sarebbe una sorta di capro espiatorio di una vicenda che ha altre origini. In Molise la Lega è alleata del centrodestra, quello stesso schieramento con il quale, a Roma, è ai ferri corti. Nello scenario nazionale la Lega è al Governo con il Movimento 5 Stelle che ha premuto – e non poco – per la norma sull’incompatibilità tra i ruoli di presidente e commissario per la Sanità. E Salvini, in pratica, non ha alzato nemmeno un dito per cercare di salvare il presidente che ha nella sua Giunta un esponente leghista. Dopo l’iniziale periodo di ambientamento, Aida Romagnuolo ha cominciato a scalpitare, entrando anche in temi che altri consiglieri avevano fatto propri, magari per appartenenza territoriale. Un atteggiamento politico ondivago, però: prima sostiene il governatore, poi lo critica pubblicamente, prima vota l’ordine del giorno pro Toma commissario ad acta, poi dichiara “Io sto con Giustini”. Schierata, come da sempre afferma, dalla parte dei molisani, Aida Romagnuolo comincia a battibeccare anche con la sua collega Mena Calenda. E la questione ‘trasporto dializzati’ è la prova evidente di un certo malessere interno alla Lega: su un tema, molto sentito, sul quale avrebbero potuto essere unite, la Romagnuolo preferisce il collega Scarabeo come compagno politico.

E, guarda caso, Scarabeo (e il nuovo gruppo di Fratelli d’Italia) è l’unico che non ha commentato la scelta di Toma di azzerare le deleghe.  L’operato della Romagnuolo, quindi, potrebbe essere stato la causa scatenante dell’azzeramento? Una sorta di resa dei conti con la Lega che è al governo regionale, non ha mosso un dito per salvare Toma dal commissario ad acta esterno e crea pure qualche fibrillazione politica in maggioranza? Se la cosa la si guarda nell’ottica dei numeri, il discorso regge solo se la Romagnuolo deciderà di appoggiare i tre Fratelli d’Italia. Quattro voti che potrebbero sfuggire al controllo del governatore possono rappresentare un problema. Da sola, la leghista non può incidere più di tanto sulla compattezza della maggioranza, che in questi mesi ha mostrato più facce della stessa medaglia. Basti pensare a quello che è successo con la proposta di legge per allungare la vita dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

IL PIANO STRATEGICO DEL TURISMO? IMPOSSIBILE. L’affidamento diretto a Sviluppo Italia della redazione del Piano strategico del Turismo che ‘vale’ un milione e 300mila euro non pare essere il motivo vero di questa improvvisa decisione e lo dicono i fatti. Il presidente – nel corso della conferenza stampa di presentazione degli Stati generali del Turismo e della Cultura – ha voluto al suo fianco la governance di Sviluppo Italia, soffermandosi sul nuovo e strategico ruolo che avrebbe avuto la società in house della Regione Molise. Quindi, appare abbastanza strano che uno dei problemi della Giunta possa essere questo, visto che è stato proprio Toma a volere Claudio Pian in conferenza stampa e a dire che Sviluppo Italia sarebbe stata protagonista di questa rivoluzione.

LE NOMINE, QUELLE MANCATE E QUELLE SBAGLIATE. Non pare strano che all’indomani della decisione di affidare a un forzista isernino il ruolo di commissario straordinario per l’Eres (ex Iacp) si sia scatenata questa reazione violenta del presidente Toma?

fantozzi

I rumors raccontano che pezzi importanti della maggioranza e del suo esecutivo abbiano perso le staffe: quel ‘posto’ pare fosse nel mirino della Lega e di Forza Italia. E la nomina avrebbe premiato proprio gli azzurri isernini, lasciando di stucco gli altri che a quel punto avrebbero avanzato qualche rimostranza, per usare un eufemismo. I Popolari per l’Italia, tirati in ballo e contattati direttamente, smentiscono categoricamente qualsivoglia trattativa per affidare l’incarico a Gianni Fantozzi (nella foto di Pino Manocchio,ndr).

.E sulle nomine la partita si sarebbe dovuta giocare da tempo, visto che l’argomento, all’ordine del giorno per mesi, è di colpo sparito dai radar. A conferma di una decisa difficoltà della maggioranza di comporre il puzzle.

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