Bando strutture ricettive da 16 milioni, Primiani (5 Stelle): confronto negato, ecco gli errori della Giunta di onniscienti

Il portavoce del Movimento sottolinea le storture sulle quali avrebbero voluto confrontarsi in Consiglio. La mozione dei pentastellati non è stata discussa e così hanno scritto ai Sindaci per spiegare le loro proposte migliorative


CAMPOBASSO. I 5 Stelle tornano all’attacco, questa volta sul bando pubblico rivolto agli imprenditori del sistema albergo diffuso, del turismo rurale, ai titolari di strutture di microricettività, case e appartamenti per le vacanze e affittacamere.

Una dotazione economica rilevante, 16 milioni di euro che, secondo il portavoce Angelo Primiani, “avrebbe potuto mettere in moto meccanismi virtuosi sia per la riqualificazione dei centri storici sia per il rilancio del settore dell’edilizia regionale e del commercio. Ma così non è stato, o meglio, così probabilmente non sarà”.

Il primo ‘appunto’ all’operato della maggioranza riguarda lo sgarbo istituzionale commesso quando ha disatteso l’impegno di discutere la mozione 5 Stelle, “preferendo agire senza il coinvolgimento della massima assise regionale, nonostante dichiarazioni di apertura” commenta Primiani.

Poi, gli errori nei quali, secondo il Movimento, si cadrà a fronte della ‘onniscienza della Giunta regionale’.

“Il primo ostacolo in cui imbatteranno i futuri ‘ospiti’ – spiega Angelo Primiani – sarà quello di reperire fisicamente il testo del ‘bando microricettività’ anche solo per prenderne visione. Infatti, facendo una ricerca sul web si troverà una giungla di link non funzionanti, articoli vari senza il testo dell’atto e nessun riferimento utile. Non esiste una sezione dedicata sul sito della regione, non esiste uno spazio per la FAQ. Parliamo delle basi e chi opera nel settore lo sa: in questo modo la Regione dimostra approssimazione e dilettantismo, tecnico prima che politico”.

La principale stortura del bando, sempre secondo il portavoce, “ riguarda l’inserimento, tra i costi ammissibili al beneficio, di quelli relativi all’acquisto degli immobili da destinare a strutture microricettive, per un importo totale del contributo concedibile pari a 200.000 euro (a copertura massima del 50% delle spese).

È evidente che ammettere a finanziamento, seppur al 50%, l’acquisto di un immobile e includere nell’ambito di applicazione dei benefici anche i centri più grandi come Campobasso, Termoli, Venafro e Isernia, potrebbe vanificare gli obiettivi del bando accentuando invece pratiche speculative legate alla compravendita di immobili. In pratica, si spianerebbe la strada a operazioni speculative di investimento in città medio grandi, o comunque a spiccata vocazione turistica, con il solo obbligo di mantenere il vincolo di destinazione per 10 anni.

E chi ci perde in tutto questo? Innanzitutto – commenta amaramente Primiani – i piccoli Comuni che vedranno notevolmente ridotte le possibilità di investimento sul proprio territorio, anche da parte di terzi non residenti. Ci perdono le imprese edili e quelle commerciali (ad esempio, fornitura di mobili e similari) in quanto parte del budget verrà assorbito dall’acquisto di immobili. Ci perdono i centri storici del Molise e la loro riqualificazione, attuabile anche attraverso misure di questo genere. Sono considerazioni confermate pubblicamente finanche da consiglieri regionali della stessa maggioranza”.

Cosa ha proposto , invece, il MoVimento 5 Stelle per migliorare l’efficacia del bando?

“In primis, abbiamo proposto di dividere i 16 milioni di budget in più linee di intervento istituendo misure dedicate a favorire gli investimenti nei Comuni più piccoli e/o montani, sicuramente più disagiati e in crescente spopolamento, anche attraverso l’ammissione di operazioni legate alla microricettività non professionale (B&B e affittacamere non professionale). Ciò per facilitare gli investimenti in zone meno attrattive, riducendo vincoli, impatto dei requisiti e burocrazia. I piccoli borghi avrebbero potuto incrementare la loro capacità ricettiva, migliorare il decoro urbano e riqualificare, in parte, il patrimonio edilizio del proprio centro storico. Il tutto con ricadute economiche sulle piccole imprese edili e su quelle commerciali, tali da generare un effetto moltiplicatore utile anche in funzione anti-spopolamento.

In secondo luogo – continua – per evitare fenomeni di speculazione immobiliare, avremmo evitato di inserire tra le spese ammissibili i costi relativi agli acquisti di immobili, una pratica non molto diffusa”.

Gli esempio arrivano da altre regioni: la Calabria investe quasi 40 milioni di euro e non finanzia gli acquisti di immobili; l’Abruzzo stanzia 9 milioni per le imprese turistiche elencando gli acquisti di immobili tra le spese non ammissibili; la Regione Marche, nel bando ad hoc, stanzia quasi 2 milioni di euro e, diversamente dalle altre, utilizza una soluzione mediana, prevedendo un finanziamento dell’acquisto di immobili solo per il 20%.

“Inoltre, nel rispetto delle competenze regionali in materia, abbiamo proposto di varare, preliminarmente al presente bando, un provvedimento teso a disciplinare nel dettaglio tutte le tipologie di strutture ricettive e, solo successivamente, scegliere quali finanziare.

Il nostro rammarico maggiore – conclude Primiani . è rappresentato dal fatto che queste proposte, oltre a non figurare nel bando, non sono neanche mai state discusse nella sede naturale di confronto politico-istituzionale che è il Consiglio regionale”.

Perplessità che sono state comunicate a tutti i Sindaci del Molise, a fronte dell’impossibilità di poterne ragionare in aula.

 

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