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Trasporto dializzati, servizio sospeso. La verità di Cicchino: noi disponibili, Asrem non regolarizza

Il presidente della Croce Azzurra di Venafro spiega perché la sua associazione non può più accompagnare i pazienti dell’intera provincia di Isernia negli ospedali dove effettuano la dialisi


ISERNIA. Sulla vicenda del trasporto dializzati, il presidente della Croce Azzurra di Venafro spiega le motivazioni alla base della sospensione del servizio.

“Intanto è utile specificare – spiega Massimiliano Cicchino – che il servizio di trasporto dializzati per la zona di Venafro, già partito e perfettamente funzionante, sarà garantito dalla ‘Croce Azzurra’ per un anno intero fino al 12 febbraio 2020.

Inoltre, poiché affidatario del bando della zona di Venafro, come è noto, ho dato la mia disponibilità a svolgere gratuitamente il servizio affidato in precedenza alla Cooperativa CSS. Da quel momento, ho più volte inviato comunicazioni per posta elettronica certificata sia all’Azienda Sanitaria che, per conoscenza, alla Presidenza regionale alle quali, ad oggi, ancora non è seguita una risposta. Ho tuttavia garantito il servizio gratuitamente a partire dal primo gennaio: ho chiesto all’Azienda Sanitaria, senza alcun riscontro, una regolarizzazione del servizio offerto, ovvero una autorizzazione”.

A fronte, quindi, del mancato riscontro alle richieste inviate all’Azienda sanitaria regionale, “non posso – spiega Cicchino – continuare un servizio che chiaramente per l’Azienda Sanitaria è terminato il 31 dicembre 2018, oltretutto senza detenere neanche l’autorizzazione a svolgerlo.

È chiaro che la volontà dell’Asrem è quella di adeguarsi alle condizioni delle altre regioni ove per i dializzati c’è solamente un rimborso carburante pari ad un quinto delle spese da affrontare. A questo punto, dopo aver ottenuto solo un incontro con il direttore sanitario Forciniti e il direttore di zona De Bernardo, ai quali era chiaro che il servizio fosse ormai conclusosi il 31 dicembre 2018, e senza aver ottenuto alcuna autorizzazione, debbo necessariamente sospendere il servizio. Questo è l’unico e vero motivo per cui la Croce Azzurra si è dovuta fermare”.

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