Michele Iorio contro il regionalismo differenziato. “Impoverisce le Regioni più deboli”

iorio

Il consigliere regionale ha presentato una mozione che diffida il Governo al rispetto del federalismo fiscale


CAMPOBASSO. Si alzano i toni del dibattito sul regionalismo differenziato con il quale il Governo prevede il trasferimento di poteri e risorse ad altre Regioni fino alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha già dichiarato che il percorso intrapreso per il Federalismo differenziato porterà presto all’accordo con alcune regioni quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna perché gestiscano direttamente numerose materie trattenendo sul proprio territorio il gettito fiscale necessario a sostenere economicamente i nuovi servizi a gestione diretta.

Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale, nonché ex governatore del Molise, Michele Iorio il quale ha presentato una mozione ricordando che “tale provvedimento – spiega Iorio- rischia di impoverire il fondo di solidarietà destinato alle realtà più deboli. È nella stessa Costituzione che sono previsti il Fondo di perequazione e i Livelli essenziali di prestazione (Lep);

Iorio, inoltre, fa osservare come nella Legge 42 che istituisce il Federalismo, la Conferenza delle Regioni nel 2011 ha fatto propria la proposta della Regione Molise inserendo all’interno del Decreto sul Federalismo fiscale una specifica norma (l’articolo 9 comma 3 della legge 42) che statuisce nell’ambito di un sistema perequativo un particolare regime di assegnazione delle risorse alle piccole Regioni per garantire la fornitura dei Lep ;

“Il Molise- continua Iorio- come altre piccole regioni, per le sue peculiarità territoriali e demografiche non è in grado di attivare economie di scala ma devono essere messe nelle condizioni di fornire servizi alla propria popolazione. Per tali ragioni – conclude Iorio – si diffida il Governo nazionale all’applicazione dell’articolo 9 della legge 42 del 5 maggio 2009 che è a garanzia non solo del Molise, ma di tutte le piccole regioni, prevedendo tra l’altro che il contributo alle piccole regioni deve essere inversamente proporzionale alla grandezza territoriale e demografica”.

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