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Isernia, Toma benedice l’allargamento di Giunta

La ricetta del governatore per scacciare la crisi al Comune. Il presidente assicura: non entrerà a gamba tesa sul centrodestra locale. Il consiglio al sindaco: inclusione per uscire dall’impasse. Poi l’appello alle forze politiche: sedetevi e trattate, nella coalizione ci sono gli anticorpi necessari per uscire tutti vincitori


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Parola d’ordine, inclusione. Per uscire dalla crisi e superare il guado in cui si è impantanata l’amministrazione di centrodestra al Comune di Isernia, il governatore Donato Toma fornisce la sua personale ricetta. Con diplomazia, senza forzare la mano. Ma convinto che il centrodestra, di per sé, abbia gli anticorpi necessari per uscire dall’impasse e andare avanti più forte e coeso di prima.

Il presidente della Regione, ospite ieri pomeriggio presso il Comune di Isernia, insieme all’assessore Vincenzo Cotugno, per illustrare le opportunità legate a ‘Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali. Albergo diffuso, turismo rurale e microricettività’, non ha potuto esimersi dal rispondere a una serie di domande sul caos che si sta vivendo a Palazzo San Francesco dall’8 febbraio scorso. Ma ha mostrato calma e sicurezza, evidentemente convinto che la soluzione sia a portata di mano senza dover intervenire più di tanto da protagonista. “Io penso che se il centrodestra isernino ha problemi se li deve risolvere in casa propria – ha esordito – Se poi chiederanno il mio consiglio, anche se non penso che il sindaco d’Apollonio ne abbia bisogno, rispondo che io sono un diplomatico, un inclusivo per natura. E perciò direi di risolvere a tavolino con la diplomazia che contraddistingue gli uomini di centrodestra”.

pubblicoProprio tra quegli uomini di centrodestra che siedono anche in Giunta regionale – su tutti, Vincenzo Niro e Roberto Di Baggio – può essere trovato il bandolo della matassa, purché si conceda loro qualcosa in termini di visibilità politica. Il nodo è la presidenza del Consiglio, occupata saldamente dallo ioriano Peppino Lombardozzi e ambita apertamente dai Popolari. Ma nulla vieta che l’inclusione di cui parla Toma si traduca più semplicemente in un allargamento di Giunta, visto che il primo cittadino Giacomo d’Apollonio ha ancora due posti disponibili per un’eventuale esecutivo a nove (in tal caso, dovrebbero però entrare un uomo e una donna).

Il governatore, sull’eventuale moral suasion che potrebbe esercitare appunto su Niro e Di Baggio si schermisce, limitandosi a parlare di un centrodestra cui consiglierebbe di “guardarsi in faccia e alzarsi solo dopo aver trovato un accordo”. Non nega di essere stato interpellato da tutte le forze politiche in campo: “Sarebbe ipocrita dire che non lo sono stato. Io sono stato interpellato da tutti e mi sono espresso in tal modo: sedetevi, ragionate, e uscitene vincitori tutti”. Per poi mostrarsi tranquillo sull’ipotesi di un (nuovo) scioglimento anticipato del Comune: “Non sono preoccupato – giura – Io penso che il centrodestra abbia gli anticorpi per curarsi da solo. Eventualmente, ci sono pure alternative”.

Ma cosa succederebbe se cadesse un baluardo storico come Isernia per la coalizione, a pochi mesi dalle elezioni amministrative a Campobasso e Termoli? Difficile fare previsioni, con Toma che si limita a dire di augurarsi “che Isernia non cada “perché per noi è importantissima ed è stata immagine di coesione del centrodestra. Per questo – conclude – adesso deve dimostrare di essere capace di uscire dalle secche di una dialettica politica che si sta troppo dilungando nel tempo”. Riannodando i fili tra una maggioranza e un’opposizione l’un contro l’altro armate dal ballottaggio del 2016, tutto interno appunto al centrodestra.

 

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