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Migranti, accoglienza e integrazione: Molise in prima linea con il progetto Redi

Rispetto, uguaglianza, diversità e inclusione sono i quattro pilastri dell’azione coordinata dalla Regione con le associazioni partner Ares, Dalla parte degli ultim’, Cpia Campobasso, ‘La casa di Tom’


CAMPOBASSO. Ripensare l’accoglienza e l’integrazione, fornendo gli strumenti utili ai cittadini del mondo – che, per motivi diversi, scelgono un’altra patria – per essere parte attiva della società.

Un obiettivo ‘alto’, che si discosta e pure di parecchio dalla politica dei respingimenti e del razzismo strisciante che vede nel ‘diverso’ il nemico. Ed è il ‘piccolo’ Molise che realizza un progetto che parla di solidarietà, inclusione e accoglienza.

Progetto Redi, si chiama, dove l’acronimo sta per Respect, Equality, Diversity e Inclusion.  

progetto redi 18 marzo 2019

Rispetto, uguaglianza, diversità e inclusione sono i quattro pilastri sul quale si fonda, ben spiegati questa mattina nel corso della presentazione ufficiale del progetto, nel parlamentino della Giunta regionale. Ministeri dell’Interno e del Lavoro, Unione Europea e Regione Molise con i partner Cpia Campobasso, Dalla parte degli ultimi, La casa di Tom e Ares, all’interno del Fami 2014-2020, Piani d’intervento regionali per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi. Un progetto finalizzato all’elaborazione di interventi ed azioni specifiche per l’integrazione sociale, lavorativa e scolastica degli stranieri, coinvolgendo soggetti pubblici/privati territoriali per la costituzione di una rete collaborativa. Quattro le azioni da porre in essere per raggiungere l’obiettivo integrazione.

Il primo: qualificare la funzione educativa della scuola, migliorando le condizioni per il successo formativo degli alunni stranieri e lo sviluppo di relazionalità positive che riducano la dispersione scolastica. E l’inclusione sociale dei minori e dei giovani stranieri, anche di seconda generazione, è un obiettivo raggiungibile sia attraverso il potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana, mezzo principale per entrare nella dimensione sociale, economica e lavorativa, sia con la lotta serrata alla dispersione scolastica e alla creazione di spazi e contesti culturali di socializzazione tra studenti italiani e stranieri.

Il secondo step è rappresentato dall’innovazione delle modalità organizzative dei servizi territoriali attraverso l’attivazione di sportelli d’ambito , on demand e di laboratori di innovazione sociale.

La terza azione riguarda la promozione e il consolidamento dei canali di comunicazione istituzionale per i quali devono essere implementati la capillarità, l’integrazione e la completezza. Il che vuol dire maggiore diffusione delle informazioni attinenti i servizi e le opportunità offerte a livello regionale, nazionale ed europeo attraverso un portale e canali di comunicazione congiunti che colleghino tutti quelli che operano nel sistema integrazione.

Il quarto pilastro è rappresentato dal miglioramento del ruolo delle associazioni straniere nella promozione dei processi di integrazione basati sul coinvolgimento attivo dei migranti e delle comunità locali.

platea redi

Il presidente della Regione, Donato Toma, in apertura dei lavori, nel ringraziare tutti gli attori del progetto (a partire dall’assessore Mazzuto e da Michele Colavita, con i quali si è complimentato per la qualità del lavoro che ognuno di loro, a seconda delle competenze e delle responsabilità, svolge) ha rimarcato quanto l’integrazione rappresenti l’unico passo da compiere perché “l’Europa non una unione di nazioni ma di popoli”. Si è soffermato sulla bontà del percorso attivato dagli Sprar, ringraziando pubblicamente il consigliere comunale Alberto Tramontano che, quasi in solitaria, si diede da fare per realizzare una nuova modalità di accoglienza, che fosse rispettosa del territorio. “Trecentomila abitanti che hanno accolto 3000 migranti – ha detto Toma – la percentuale migliore che rappresenta le condizioni adatte a gestire l’accoglienza e non stravolgere il nostro tessuto sociale: noi abbiamo bisogno di un rinforzo vitaminico – ha spiegato ancora, riferendosi all’allarme spopolamento che potrebbe essere disinnescato proprio grazie ai cittadini stranieri – e, nello stesso tempo, consentiamo ai migranti di liberarsi dalle angherie che subiscono. Questo progetto rappresenta un’altra tappa verso l’integrazione reale che passa dalle forme di assistenzialismo al reale coinvolgimento inclusivo di chi vive stabilmente o temporaneamente nel Molise”.

Il presidente ha anche annunciato che, in collaborazione istituzionale con la Regione Abruzzo “dove abbiamo un ottimo rapporto con il presidente Marsilio” partirà a breve un progetto di lotta alla tratta e di contrasto alle forme di sfruttamento delle donne straniere e non solo. E lo stesso avverrà per il caporalato, vera piaga che infetta il mondo del lavoro agricolo anche sul territorio regionale.

“Così rendiamo l’accoglienza una reale integrazione, dignitosa e rispettosa delle umanità dei cittadini stranieri”.

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