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Niente medici, il Molise richiama i pensionati. Zaia: “Spero sia la falla che fa rompere la diga”

Il governatore del Veneto si dice d’accordo sulla posizione assunta dall’Asrem, vista la gravissima carenza di personale. Concorsi che vanno deserti e professionisti che decidono di lasciare la regione anche davanti a un’assunzione a tempo indeterminato


CAMPOBASSO. Niente medici, il Molise costretto a richiamare i pensionati. “Spero sia la falla che fa rompere la diga”. Questo il commento del governatore del Veneto Luca Zaia alla notizia che l’Asrem ha ottenuto il via libera del commissario alla sanità Angelo Giustini a richiamare al lavoro chi il lavoro lo ha lasciato per limiti di età. Per mezzo di incarichi libero-professionali.

Altro che largo ai giovani. Negli ospedali manca il personale, ma i concorsi per l’assunzione di nuovi medici vanno deserti, anche quelli che garantiscono l’assunzione a tempo indeterminato. I professionisti molisani vanno a lavorare fuori, quando possono. E da fuori ben pochi vogliono venire a lavorare in Molise.

Da qui la soluzione, trovata dall’Asrem. Finita sulle pagine dei quotidiani nazionali, da Repubblica al Corriere della Sera. Una soluzione che Zaia ha mostrato di gradire. Anche nella sua regione, il Veneto, qualche problema c’è. “Non c’è bisogno di andare in Molise – ha affermato Zaia – Basta chiedere alla nostra Azienda zero: con 80 posti disponibili si sono presentati 10 candidati”.

“Non sapete quanti medici costretti ad andare in pensione ho visto con le lacrime agli occhi – ha aggiunto il governatore del Veneto – spero che la soluzione individuata dal Molise sia la falla che fa rompere la diga”.

“Abbiamo bisogno di una norma per andare a contrattazione con i medici in uscita – ha rimarcato ancora – ce ne sono molti che non vorrebbero andare in pensione ma sono obbligati e infatti poi vanno a lavorare nel privato e così si spostano pazienti dal pubblico al privato”.

Quindi la sua chiave di lettura. “Non ci sono medici perché si è sbagliata la formazione e la specializzazione. E si sbaglia la selezione, affidandola a test: è folle e succede solo in Italia che gli aspiranti non siano messi alla prova in sala operatoria. Per trovare i migliori, bisogna essere cattivi, nelle selezioni. Einstein – ha concluso Zaia – non è stato certo selezionato con dei test”.

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