Isernia, “Lotto Zero inutile come la Tav”: il Comitato per il no chiama in causa Toninelli

Chiesto un incontro al Ministero delle Infrastrutture insieme all’associazione antimafia Caponnetto, che un anno fa aveva presentato un esposto all’Anac, ma invano. Guarda le videointerviste


ISERNIA. Dicono “no”, forte e chiaro, alle “cricche del cemento”. E nella loro azione di difesa della legalità e del territorio intendono coinvolgere direttamente anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, cui hanno rivolto formale istanza per avere un incontro chiarificatore.

Tornano alla carica gli esponenti del Comitato No Lotto Zero di Isernia: chiedono atti formali, documenti che scrivano la parola fine, a scanso di altri equivoci, su un progetto lievitato da 18 milioni fino a oltre 170 milioni di euro (di cui 4 per la progettazione, partita da 258mila euro). Il tutto per realizzare 5.6 km di strada che collegherebbe il bivio di Pesche con quello di Miranda, contrassegnato da qualcosa come 8 viadotti e 2 gallerie. Il fatto che il rischio di realizzazione esista ancora dipende ovviamente dalla politica: Frattura e Nagni, nella scorsa legislatura, erano contrari; oggi il governo regionale invece è d’accordo, con Toma in testa, ma a livello nazionale Toninelli non sembra essere propenso all’opera. Carte, però, non ce ne sono e il procedimento è ancora aperto: circostanza, questa, che allarma non poco il Comitato.

Facendo un paragone con il treno ad alta velocità in val di Susa, la famigerata Tav, anche questa sarebbe un’opera “inutile che arricchirebbe solo i signori del cemento e dell’asfalto – così Celeste Caranci nel corso della conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio di ieri – i costi della quale sono aumentati del 1.000 per cento. Il tutto con l’amministrazione comunale di Isernia totalmente assente su questi temi, sindaco in testa”.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A CARANCI

Stessa lunghezza d’onda per Tiziano Di Clemente, che ha spiegato come sia mancata la cosiddetta ‘opzione zero’ in base alla quale andava fatta una verifica del risultato tra costi (ambientali, soprattutto) e benefici. Dopo aver ricordato di avere già presentato un esposto all’Anac, un anno fa, senza ottenere alcuna risposta, i membri del Comitato hanno annunciato l’invio di altri esposti alla Corte dei conti e alle procure a causa di una serie di presunte irregolarità rilevate. Ma l’intento ultimo è quello di non far realizzare l’opera per precisa scelta politica, ‘dirottando’ i soldi su progetti ritenuti più utili per la collettività, come la manutenzione delle strade o la messa in sicurezza delle frane.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A DI CLEMENTE

 

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