HomeSenza categoriaEditoria allo stremo, giornalisti in trincea: dimissioni per Cimino e Santimone

Editoria allo stremo, giornalisti in trincea: dimissioni per Cimino e Santimone

I due consiglieri nazionali dell’Ordine, con un duro atto d’accusa, lasciano le rispettive commissioni in segno di protesta per le troppe promesse disattese della politica regionale, della delegazione parlamentare, della Federazione Nazionale della Stampa e dell’organismo che rappresenta i giornalisti


CAMPOBASSO. Editori e giornalisti molisani abbandonati al destino di un contesto imprenditoriale e professionale ormai alla deriva. Un duro atto d’accusa quello rivolto alla classe politica regionale ma anche agli organismi di settore come la Federazione Nazionale della Stampa e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti da Vincenzo Cimino e Cosimo Santimone che oggi hanno rassegnato le dimissioni dalle Commissioni delle quali sono parte in seno al Consiglio nazionale.

La lettera di addio è il resoconto dettagliato degli ultimi giorni di una situazione di difficoltà che si protrae da tempo e attanaglia un intero comparto, fatto da imprenditori e da professionisti. Da uomini e donne che svolgono con passione il proprio lavoro e che giorno dopo giorno affondano in un magma di parole e promesse mancate. Ma è anche l’atto con il quale si obbliga l’Ordine dei Giornalisti ad affrontare, finalmente e in maniera decisa, il ‘caso Molise’.

“Negli ultimi mesi la situazione finanziaria degli editori molisani e le prospettive lavorative di decine di colleghi giornalisti (locali), sono peggiorate rispetto a un contesto già nel complesso drammatico – spiegano Cimino e Santimone -. Nelle ultime settimane le sortite pubbliche, le interviste, le pressioni mediatiche, non hanno determinato una sola delibera da parte né della Giunta regionale del Molise, né della Fnsi, né del Consiglio nazionale dell’Ordine.

Il presidente di quest’ultimo organismo, Carlo Verna, al posto di aprire un dibattito in aula sul Molise confrontandosi con i consiglieri espressi dal territorio, si è limitato a dire di essere in contatto col presidente dell’Ordine regionale, la quale segue le sorti della crisi editoriale e si relaziona con lui. Bene.

Come se ciò non bastasse, a gettare altra benzina sul fuoco ci ha poi pensato anche il segretario nazionale del sindacato, Raffaele Lorusso, che sul sito della Fnsi, prima plaude allo sblocco del 40% dei fondi nazionali (con la soccombenza delle tv locali del Molise e delle realtà più povere dello Stivale), per poi meravigliarsi per la presentazione del ricorso di Telemolise al Consiglio di Stato.

“In coerenza con quanto deciso all’unanimità dal consiglio nazionale, la Fnsi sosterrà le ragioni dei giornalisti e del lavoro anche dinanzi al Consiglio di Stato, con l’auspicio che il 9 maggio venga scritta la parola fine in una vicenda durata oltre il dovuto e il cui esito finale è già scritto, considerato che il regolamento per l’erogazione dei contributi è ormai legge dello Stato”: con questa affermazione del giorno 8 aprile 2019, peraltro neppure stigmatizzata dal presidente dell’associazione Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro, che permane sbalorditivamente nell’esecutivo al suo fianco, si augura al Molise di soccombere in giudizio.

Nonostante questo stato di fatto – continuano i due giornalisti molisani -, continua a regnare l’omertà, senza nessun intervento da parte della delegazione parlamentare di questa regione, la quale aveva promesso cambiamenti nel regolamento attuativo della editoria nazionale tv: purtroppo, per il Molise e i giornalisti molisani, si è trattato dell’ennesimo caso di promesse da marinaio.

Per questi motivi, consapevoli che le imprese radio televisive, della carta stampata regionale e che i giornalisti e i cittadini del Molise non meritino una tale situazione, ci rendiamo conto che non è più opportuno continuare a chiedere ai colleghi il rispetto delle regole e degli adempimenti legati alla professione.

Venendo a mancare in una piccola e arida realtà, i presupposti in grado di garantire una prospettiva non di stabilità ma di lavoro a breve termine, non ce la sentiamo di rappresentare un ordinamento debole, diviso e vecchio nei modi e nei tempi, che non tutela ma che inasprisce la vita di colleghi, amici, che ci hanno consentito di issare la bandiera del Molise nelle massime istituzioni giornalistiche.

Lasciamo questo compito a persone più accomodanti e spinte da altri interessi. Lasciamo questo compito magari a persone migliori di noi.

Per i motivi sino ad ora esposti, tenuto conto anche di altri atteggiamenti e di decisioni logoranti prese ai danni della categoria dei giornalisti (molisani), abbiamo deciso, in segno di protesta, di rassegnare le dimissioni dalle rispettive commissioni consultive di cui facciamo parte e che rappresentano ‘la parte principale’, il ‘cuore’ dell’attività del consiglio nazionale.

La nostra protesta sarà inoltre portata all’attenzione del prossimo consiglio dell’Ordine nazionale, consiglio che ci vedrà attivamente coinvolti solo quando sul tavolo sarà affrontata anche la questione Molise”.

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