Bilancio regionale, maratona al via. Il Pd attacca: nessuna visione, solo macelleria sociale

La seduta è iniziata con l’intervento del presidente della Prima Commissione, Andrea Di Lucente, che ha illustrato il Documento economico finanziario della Regione Molise. I lavori termineranno alle 23, Micaela Fanelli (capogruppo Pd) presenta la contromanovra che contiene un centinaio di emendamenti e 6 ordini del giorno. Nel Defr anche la previsione del Forum regionale per lo sviluppo sostenibile


CAMPOBASSO. La lunga maratona del Consiglio regionale inizia alle 14.30 circa, con i soliti 30 minuti di ritardo sulla convocazione. I lavori odierni, come da comunicazione del presidente Micone, termineranno alle 23: la consegna degli emendamenti deve avvenire entro la chiusura della discussione generale.

Si parte con il Documento di Economia e Finanza regionale, analizzato nel dettaglio dal presidente della Prima Commissione, il consigliere Andrea Di Lucente.

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Nell’intervento vengono tracciate le linee concrete di quella che è la programmazione regionale, che si dovranno ispirare al principio della comprensibilità e quello della competenza finanziaria.

“Attraverso il Defr – sintetizza Di Lucente – la Regione decide i programmi da realizzare, i fondi e i finanziamenti: le linee programmatiche dell’azione di governo regionale, le politiche da concretizzare, gli obiettivi della manovra di bilancio, il quadro finanziario delle risorse, gli indirizzi per gli enti strumentali e società partecipate”.

Il Defr è suddiviso in aree tematiche dove trovano posto le strategie per il triennio che prendono forma da “una profonda revisione del ciclo di gestione delle performance e dei controlli interni, da un rinnovato interesse per piano triennale del piano anti corruzione, dal rilancio delle aree urbane di Campobasso, Isernia e Termoli, dalla tutela delle aree interne contro lo spopolamento e il mantenimento dei servizi”.

I fondi Por (400 milioni di cui 200 già impegnati e altri 200 in via di ripensamento) non sono sufficienti per realizzare grandi opere, per questo nel documento di programmazione economico finanziaria trovano posto 4 macroaree con 18 priorità.

L’ambito economico produttivo, nel quale trovano posto le strategie per le imprese, la Zes, il rilancio dei distretti produttivi e gli aiuti specifici a piccole e medie imprese, il supporto alle aziende che innovano, la promozione e sostegno agli investimenti di aziende che abbiano questi requisiti per aumentare la competività e l’occupazione, l’internazionalizzazione delle imprese nella quale la Regione offre un concreto supporto, consolidando anche strategie di creazione di nuovi mercati. E poi i settori della pesca e dell’agricoltura, con la ormai improcrastinabile riforma dei consorzi di bonifica.

La sanità sociale attraverso l’orientamento della Regione, che mira ad allargare la rete delle case della salute per l’evidente cronicizzazione delle malattie; la necessità di ripopolamento dei piccoli comuni; lo sviluppo della coesione sociale derivante dalle caratteristiche del territorio, dall’isolamento delle aree interne senza ferrovia e con strade provinciali dissestate, l’assenza della superstrada a 4 corsie, il progressivo invecchiamento della popolazione, lo spopolamento, la disoccupazione di lunga durata, la fuga dei giovani e dei cervelli, la crisi della piccola e media impresa. E in questo ambito il Piano sociale triennale per rafforzare il welfare attraverso iniziative per la microeconomia delle aree interne, le politiche di integrazione degli immigrati per fermare lo spopolamento e promuovere il benessere e l’inclusione.

L’ambito turismo e sport è quello che rileva la maggiore crescita e i cui punti di forza sono quelli che, di contro, rappresentano anche il gap con le altre realtà regionali. Lo spiega bene Di Lucente quando rileva che “integra identità e bellezza, tessuto sociale sano, assenza di organizzazioni criminali radicate, enogastronomia, patrimonio culturale e paesaggistico, territorio che offre esperienze turistiche di vita autentica. Punti di forza che valgono per le aree interne che vivono la marginalità e l’isolamento che, però hanno contribuito a mantenerne l’essenza. L’obiettivo è quello di creare un’offerta lontana dal turismo di massa e orientata alla sostenibilità”.