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Caterina Cerroni, la speranza di riscatto per il Pd: ecco perché abbiamo perso a Campobasso

La candidata alle Europee, forte del sorprendente risultato di oltre 35mila preferenze, non si sottrae dall’analisi del voto dopo la sconfitta di Battista e rilancia la necessità di superare le divisioni. GUARDA LA VIDEOINTERVISTA


ISERNIA. Soddisfatta del risultato, per effetto di una rete diffusa sul territorio che può significare l’inizio di un rinnovamento. E consapevole che circa 35mila voti presi alle Europee, per una ragazza di soli 27 anni, arrivano non tanto perché il Pd ha puntato su una candidatura giovane, ma perché si è preferito un diverso approccio, mostrando una nuova sensibilità verso temi e problemi anche dell’area territoriale molisana, poi simili a tante altre aree del sud Italia.

È un ringraziamento sentito, quello che Caterina Cerroni, responsabile Europa e Mediterraneo dei Giovani Democratici e candidata Pd alle Europee del 26 maggio scorso, rivolge in particolare alla Federazione provinciale di Isernia, che tanto l’ha sostenuta nella tornata elettorale appena conclusa. Eclatante, ad esempio, il caso di Capracotta, con i Dem che hanno registrato oltre il 46 per cento dei voti, a dimostrazione che il lavoro sul territorio può premiare, se si fa vero gioco di squadra.

Proprio qui, sui personalismi, vanno forse ricercate invece le ragioni di una sconfitta che brucia, quella del sindaco uscente Antonio Battista, sconfitto sia dal centrodestra che dai Cinque Stelle e dunque escluso dal ballottaggio. Caterina Cerroni, sul punto, non si sottrae: “Mi sento molto vicina all’amministrazione di Antonio Battista, scegliere di investire sulle scuole sicure e dunque sulla sicurezza dei ragazzi e dei bambini è un qualcosa che merita fiducia. Quello che vede nel Pd a Campobasso, ma più in generale in Molise e nel sud Italia è un atteggiamento di isolamento, anche di risorse positive, che operano sul nostro territorio; è il non saper più fare squadra, essere una comunità viva, dove tutti si impegnano sul territorio come se fossero loro i candidati, che è quello che di positivo con la mia candidatura. Le Primarie, che dovrebbero essere un momento in cui si consolida l’unione e la forza di un partito, purtroppo sono ancora un momento per dividersi. Questo meccanismo va superato, occorre riaffermare Primarie che siano delle idee, che portino anche al centro battaglie e contrapposizioni tra persone, ma che si risolvano dal momento dopo il voto. Bisogna superare le divisioni che ci portiamo dietro dal passato e sostenere le migliori risorse del partito”.

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Accanto a Cerroni il vicesegretario provinciale Ovidio Bontempo e il segretario cittadino Maria Teresa D’Achille, che non mancano di sottolineare come il risultato del Pd sta a significare che il Molise “non può essere la regione dove Salvini semina l’odio e alimenta le paure”. Poi di nuovo la parola all’enfant prodige agnonese, che spazia dalla sanità al lavoro come e meglio di chi fa politica da decenni. “Io vorrei – queste le sue parole – che ogni territorio del Sud Italia diventasse simbolo di una battaglia per l’armonizzazione e la riduzione delle disuguaglianze: un tema sicuramente importante in tal senso è quello della sanità pubblica, garantita e di qualità come nelle altre regioni. Il caso dell’ospedale di Agnone deve farci riflettere, in tal senso. Occorre poi un piano di investimenti per l’occupazione: progetti come Garanzia Giovani vanno sicuramente ampliati, ma bisogna pensare a come creare nuovi posti di lavoro, non soltanto incrociando domanda e offerta”.

Proprio sulla sanità, dopo l’invio di un’articolata lettera ai commissari Giustini e Grossi condivisa con medici e addetti ai lavori, D’Achille torna ad accendere i riflettori: “La battaglia sui Piani operativi sanitari 2019-20121 si gioca a giugno, ormai ci siamo. Occorre avere chiarezza sul rapporto pubblico-privato, sul rispetto dei budget predefiniti e sulla rete di emergenza tempodipendente. Dobbiamo essere pronti alla battaglia, se necessario”.

 

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