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Sanità, la ricetta di Cefaratti: assordante silenzio del senatore Di Marzio, i commissari in aula per affrontare la questione

Il consigliere regionale di Orgoglio Molise analizza la questione portando all’attenzione due possibili vie di uscita e ribadendo il pericolo derivante dall’autonomia differenziata che aumenterebbe ancor di più il gap tra il Nord e il Sud


CAMPOBASSO. Razionale e pragmatico, il consigliere regionale Gianluca Cefaratti (Orgoglio Molise) ragiona ad alta voce del tunnel nel quale la Sanità molisana sembra essere finita. Dai medici pensionati a quelli dell’Esercito, da quelli di altre regioni a chissà quali altre soluzioni verranno proposte nei prossimi giorni come conigli tirati fuori dal cilindro.

“Le responsabilità della disastrosa situazione in Molise (debito pari a 22 milioni di euro e blocco del turn over) non possono chiaramente essere attribuite al commissario ad acta Giustini anche se, dalla sua nomina, sono ormai trascorsi 6 mesi in cui davvero poco è stato fatto; è un discorso che ci riconduce all’opportunità della nomina di un commissario ‘esterno’ su cui mi ero già espresso in termini fortemente negativi, ritenendo invece, per diversi motivi, molto più logica la scelta di affidare tale incarico al Presidente della Regione”.

Il consigliere Cefaratti, per uscire dall’emergenza, si sofferma su due diverse proposte: quella del presidente del Codacons Carlo Rienzi che ripropone “in termini diversi il tema del rapporto tra sanità pubblica e privata” ragionando su “una modifica alla normativa vigente che consentirebbe ai pazienti di accedere alle prestazioni di cui necessitano ‘presso strutture sanitarie private non accreditate a fronte del pagamento del ticket sanitario regionale, ovvero in esenzione laddove prevista, al pari di quanto già avviene presso le strutture private accreditate o presso gli enti sanitari pubblici”. E, in seconda battuta, quella del presidente Fnomceo Filippo Anelli (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) che allarga l’orizzonte sulle mancate politiche fin qui adottate alla luce di una carenza di specialisti, così come quella degli operatori di medicina generale, “prevista da almeno dieci anni”. Il problema non può quindi essere affrontato dalle Regioni singolarmente prese ma dovrebbe essere affrontato a livello nazionale . “Non servono misure emergenziali locali che finiscono per forza di cose per essere incoerenti e disorganiche, quella che occorre è una programmazione seria ed efficace del fabbisogno di specialisti, accompagnata da un piano a carattere straordinario e a scadenza che, nelle more della formazione di un numero adeguato di nuovi specialisti, permetta agli ospedali di assumere gli specializzandi dell’ultimo anno. Questo metterebbe subito a disposizione 5.000 medici pronti ad essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale e, nel contempo, consentirebbe di liberare 5.000 borse per formare i colleghi già laureati e che non trovano posto nelle Scuole di Specializzazione” la considerazione di Anelli condivisa da Cefaratti che però ragiona dei rischi derivanti dall’autonomia differenziata che “ se realizzata come nelle intenzioni di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, altro non farebbe che aumentare ulteriormente il gap tra le Regioni più ricche del Nord e quelle del Mezzogiorno già in notevole ritardo. La sanità, al pari con l’istruzione, deve restare di competenza nazionale”.

Tra tutti gli interventi, a parere di Cefaratti, “mancano all’appello le considerazioni degli esponenti della nostra delegazione parlamentare e mi sembra particolarmente assordante il silenzio del senatore Luigi Di Marzio, principale sostenitore della necessità di nominare un commissario esterno. Lo avevo invitato pubblicamente a proporsi per quel ruolo, in qualità di medico e soprattutto di molisano, ma non c’è mai stata risposta. Comunque la si veda, è una situazione particolarmente grave e credo sia necessario, ora più che mai, fare fronte comune e restare uniti al di là delle opinioni politiche personali; in tal senso rivolgo un appello alla struttura commissariale di volersi confrontare con i colleghi del Consiglio regionale che restano i rappresentanti dei cittadini molisani: si potrebbero calendarizzare audizioni periodiche per consentire ad ogni Consigliere, di maggioranza o di opposizione, di esprimersi e portare il proprio contributo sulla questione”.

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