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Campobasso, débacle centrodestra. Mazzuto non ci sta e accusa: lasciati soli, noi unici vincitori

Il coordinatore regionale del partito di Salvini non entra nel merito dell’analisi della sconfitta della D’Alessandro ma parla di campanello d’allarme per la coalizione. Una situazione che deve far riflettere in termini di consensi provenienti dal centrodestra che sarebbero confluiti su Gravina. GUARDA LA VIDEOINTERVISTA


di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. Mazzuto non ci sta. Questa cocente sconfitta, e di certo non per colpa dell’anticiclone delle Azzorre, ha una origine ben precisa. Ed è tutta nell’isolamento politico nel quale la Lega, e quindi il candidato sindaco Maria Domenica D’Alessandro, è stata fin da subito confinata.

Parlano i numeri: se al primo turno – sull’avvocato candidato dal centrodestra dopo un ‘tira e molla’ infinito dell’intera coalizione – è pesato e non poco il voto disgiunto, ai tempi supplementari è venuto meno il sostegno dell’intera coalizione.

Espressione della Lega, Maria Domenica D’Alessandro ha superato il primo turno con il 39,71% delle preferenze (11.455 voti), sostenuta da 5 liste (Lega, Popolari per l’Italia, E’ Ora, Forza Italia e Fratelli d’Italia). Il voto disgiunto le ha fatto perdere 2.366 voti (-9,40%) rispetto al totale delle preferenze incassato dalle liste in corsa (13.821 voti, 49,11%).

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A LUIGI MAZZUTO.

Il primo campanello d’allarme che, forse ingenuamente, si pensava di poter silenziare con la posta in gioco: entrare a Palazzo San Giorgio da vincitori, consentire lo scorrimento degli eletti con il meccanismo della sostituzione degli assessori e quindi dare spazio e visibilità a tutte le forze politiche in corsa. Il voto a sostegno della D’Alessandro al ballottaggio? Scontato, se si vuol ragionare di scranni in Consiglio. Non è andata affatto così.

I tempi supplementari hanno però decretato la sconfitta pesantissima: su 23.750 voti, solo 7.228 quelli incassati da Maria Domenica D’Alessandro che arrivava con un bottino che avrebbe dovuto quantomeno non impensierirla. Dove sono finiti quei 4.227 voti che mancano all’appello, che erano il ‘tesoretto’ che avrebbe dovuto consegnarla alla città in qualità di sindaco?

Qualcosa non torna, in termini di numeri: Gravina ne ha incassati 16.139. I suoi, quelli di parte dell’elettorato di centrosinistra che ha inteso appoggiare lui in qualità di argine contro la Lega che ‘pretendeva’ di governare a Campobasso. E poi, perché la matematica non è affatto una opinione, i voti del centrodestra. I non eletti, quelli che hanno tirato la carretta senza poi raggiungere l’obiettivo dell’elezione, come avranno votato? I candidati riempilista – quelli con 30, 40 preferenze – su quale nome avranno messo la croce?

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