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Aziende in crisi: ‘bruciati’ 60 milioni in 5 anni, centinaia di lavoratori ancora senza prospettive

Oggi in Consiglio regionale è arrivata la relazione sullo stato dell’arte della vicenda che riguarda i lavoratori Ittierre, dopo l’approfondimento in Seconda Commissione consiliare. Il presidente Iorio evidenzia le troppe criticità in tema di politiche attive del lavoro, Mazzuto rimanda la palla al Governo nazionale e annuncia: approvato uno schema di delibera che riguarda sia i lavoratori in formazione sia la formazione del lavoratori di area di crisi complessa. Voci di corridoio, non confermate, parlano di cifre da capogiro appannaggio di un ente regionale. Vittorio Nola e Patrizia Manzo assestano il colpo di grazia: nessuna progettualità per una strategia occupazionale


di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. Consueta seduta del martedì per il Consiglio regionale: 33 le mozioni iscritte all’ordine del giorno dei lavori dell’aula che però ha votato favorevolmente alla richiesta del presidente della II Commissione consiliare, Michele Iorio, di relazionare circa gli esiti dell’indagine avviata sul caso dei lavoratori ex Ittierre.

In parecchi presenti in aula, nella parte riservata al pubblico, hanno ascoltato una sorta di rosario laico del dolore: tutti gli eventi che hanno contraddistinto l’attuale situazione che li riguarda e per la quale la II Commissione consiliare ha proposto all’Esecutivo Toma alcune ‘soluzioni’ per arrivare all’obiettivo finale, che non può tradursi solo nella corresponsione della mobilità in deroga.

lavoratori ittierre 11 giugno 2019

Il lavoro, una prospettiva di lungo raggio come ha evidenziato Patrizia Manzo (Movimento 5 Stelle) è davvero l’unico obiettivo che andrebbe centrato, utilizzando gli strumenti di politiche attive del lavoro, per restituire una serenità che per centinaia di famiglie sembra ormai un vecchio ricordo.

Le parole dell’assessore di riferimento, Luigi Mazzuto, non sembrano aver rischiarato l’orizzonte posto che rimandano a future decisioni che sono in capo al Governo centrale. In sintesi, per poter avere certezza dei fondi necessari per i lavoratori ex ittierre a fronte del ‘solito’ problema della mancata continuità nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, la Regione ha fatto richiesta di riconoscimento dei 5 mesi da liquidare (avendo la disponibilità finanziaria per poter corrispondere le cifre). “Se la risposta sarà negativa – ha detto Mazzuto in aula, tra il vociare dei lavoratori presenti, stanchi di sentire solo parole che rinviano il problema – allora servirà un emendamento ad hoc del Governo”.

Intanto sempre l’assessore (in assenza del presidente Toma) ha annunciato che ieri sera nel corso di una seduta di Giunta è stato approvato uno schema di delibera che riguarda “sia i lavoratori in formazione sia la formazione del lavoratori di area di crisi complessa” dando anche notizia dell’avvio delle indispensabili convenzioni con Anpal, il cui ritardo è stato stigmatizzato proprio da Patrizia Manzo nel corso del suo intervento. Sulla questione formazione si adombra anche qualche ‘sospetto’ posto che la cifra in palio sarebbe parecchio cospicua ma al momento non confermata.

Ma l’emorragia di danaro pubblico si materializza quando il consigliere Vittorio Nola snocciola i dati economici delle politiche passive del lavoro. Dal 2014 ad oggi la Regione Molise ha speso 60 milioni di euro per le indennità in deroga. Dodici milioni di euro l’anno, una cifra rilevante che avrebbe potuto – forse – essere impegnata per creare occupazione, per dare quella prospettiva che oggi manca e che allontana giorno dopo giorno qualsivoglia possibilità occupazionale.

nola

Una cifra spropositata e a dir poco male utilizzata – ha detto il vicepresidente della Seconda Commissione, Vittorio Nola -; per quanto riguarda l’Ittierre, non c’è mai stato, dal 2014 ad oggi, nessun piano specifico per le politiche attive del lavoro, nonostante la Regione Molise abbia avuto oltre 7 milioni e 800 mila euro. E, proprio nei confronti dell’ex azienda, non è stata stipulata alcuna convenzione con il Ministero del Lavoro.  Nel 2019, poi, la giunta Toma ha tecnicamente perso sei mesi di tempo durante i quali i lavoratori, ormai disillusi, non sono stati messi nelle condizioni di comprendere chiaramente e in maniera esaustiva la loro situazione.  
Ora il Governo nazionale ha stanziato 117 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali, e il decreto interministeriale n. 16/2019 ha assegnato alla Regione Molise oltre 7 milioni di euro, non specificamente attribuiti. Al momento, di queste somme risulterebbero impegnati solo 2,2 milioni di euro per liquidare le spettanze degli ex lavoratori Gamfino al 4 novembre 2019. Ciò significa che restano liberi circa 4,8 milioni di euro. Quindi è impossibile immaginare di chiedere ulteriori provvedimenti al governo se prima non si percorrono tutte le strade possibili, magari anche richiedendo un provvedimento autorizzativo ad hoc al Ministero del Lavoro in termini definitivi. Si dovrà predisporre un Piano di politiche attive specifico per i lavoratori ex Ittierre per formarli in funzione anche delle nuove competenze richieste dai settori innovativi, tessile compreso, che stanno investendo in Molise, di cui la stessa Regione dovrebbe farsi parte attiva per mettere in collegamento aziende e lavoratori, e che portano in dote, ad esempio, anche bonus assunzionali” ha concluso Nola.

 Quando il colosso molisano del made in Italy chiuse i battenti, i dipendenti impiegati erano 750. Un numero record, per una holding che aveva fatto la fortuna di stilisti blasonati come Versace, Dolce&Gabbana, Romeo Gigli. Professionisti del settore che non riescono a ricollocarsi, che non hanno trovato – nelle strategie politiche messe in campo fin qui – alcuna soluzione che non sia tampone e che forse, attraverso strategie più difficili e di certo non immediatamente concretizzabili, avrebbero potuto essere accompagnati nella costruzione di un lavoro e non solo pagati per aspettare la manna dal cielo che non è mai arrivata.

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