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Voglio nascere a Termoli: la comunità si mobilita contro la chiusura del Punto Nascita

Appuntamento alle 10, nel piazzale antistante l’ospedale ‘San Timoteo’ per protestare contro il decreto adottato dalla struttura commissariale e che entrerà in vigore fra una settimana


TERMOLI. Fra poco più di un’ora il piazzale dell’ospedale San Timoteo di Termoli sarà invaso dai cittadini che protesteranno contro la chiusura del Punto Nascita.

Il gruppo ‘Donne e Mamme Termoli’ ha promosso per le 10 di questa mattina il sit in al quale prenderanno parte gli amministratori dei Comuni limitrofi.

Attesi i sindaci di Termoli, Campomarino, San Giacomo degli Schiavoni, Petacciato, Guglionesi, San Martino in Pensilis, Montenero, Ururi, Palata, Mafalda, San Felice del Molise, Tavenna, Montefalcone nel Saannio, Acquaviva, Castelmauro, Castelbottaccio ma anche le delegazioni di Portocannone, Montecilfone, Larino, Guardialfiera e Casacalenda.

Armati di ‘sonaglini’ – i giocattoli rumorosi che tanto piacciano ai neonati – i partecipanti manifesteranno il dissenso di una intera comunità, quella del Basso Molise, contro il decreto commissariale che stabilisce la chiusura del Punto Nascita e del Nido a partire dalla prossima settimana.

Una decisione assunta a fronte del deficit degli standard di sicurezza del presidio sanitario, così come rimarcato nel corso della conferenza stampa tenuta dalla dirigenza dell’Asrem e dalla struttura commissariale.

Un epilogo che arriva, però, ad un mese dalle elezioni amministrative che hanno interessato larga parte dei Comuni che si riferiscono proprio al nosocomio termolese mentre era nell’aria da parecchio posto che, nell’ottobre del 2018, il Comitato nazionale Percorso Nascita aveva rimarcato che il Punto Nascita andava chiuso per il trend di numero di parti annui (al di sotto dei 500), per l’assenza di una sala operatoria dedicata proprio al ‘lieto evento’, per la carenza di medici e per l’impossibilità di poter agire in emergenza.

Oltre 600 però le nascite registrate nell’intera area coinvolta dal provvedimento, con un tasso di mobilità attiva importante verso i presidi ospedalieri di Vasto e di San Giovanni Rotondo : un dato significativo, come è evidente, che avrebbe dovuto far scattare l’allarme al fine di attivare misure e azioni tese alla salvaguardia del Punto Nascita così come è avvenuto al Veneziale di Isernia.

Un provvedimento, quello adottato dalla struttura commissariale il 26 giugno, al quale la Regione Molise si è sottratta, come ha spiegato il presidente Toma. Una ‘morte annunciata’ contro la quale la politica intende agire, nel limite delle proprie competenze visto che la sanità regionale è commissariata.

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