HomeSenza categoriaSanità, il no di Ortis all’ospedale unico

Sanità, il no di Ortis all’ospedale unico

Il senatore del M5S interviene sul delicato tema dei Piani sanitari e afferma: niente criteri numerici, ma favorevole al modello ‘hub and spoke’


CAMPOBASSO. La questione del nuovo Piano operativo sanitario per il triennio 2019-2021 sta tenendo altissima l’attenzione della politica e dei cittadini. Anche il senatore Fabrizio Ortis, portavoce del MoVimento 5 Stelle al Senato, è intervenuto bocciando l’idea dell’ospedale unico: “Il diritto alla salute è costituzionalmente sancito e, come tale, tutti i molisani hanno diritto a servizi di qualità che li facciano sentire sicuri sul nostro territorio. L’idea dell’ospedale unico, di cui si è tanto parlato ultimamente sui media regionali, benché accademicamente valido, è solo un modello ideale, non applicabile all’attuale condizione infrastrutturale del Molise. Il nuovo Piano Operativo Sanitario deve prevedere un modello hub and spoke con al centro Campobasso e i due ospedali di Isernia e Termoli; inoltre, bisognerà garantire alle comunità di Larino, Venafro e Agnone quelle strutture sanitarie attorno alle quali è possibile mantenere quel senso di comunità che noi, come Movimento 5 Stelle, abbiamo sempre considerato essenziale per la qualità della vita di tutti i cittadini”.

Il Piano, di prossima approvazione da parte dell’Agenas come da mandato dei commissari ad acta per la sanità del Molise, prevede una serie di criteri e di direttive che Ortis boccia, soprattutto quando si parla di numeri: “Diciamo no ai meri criteri numerici di riorganizzazione sul territorio, essendo il Molise una regione a fortissimo tasso di spopolamento: negli ultimi 4 anni sono andati persi oltre 9mila residenti, 3 mila solo nell’ultimo anno. Per sopravvivere come regione, dunque, è necessaria un’inversione di tendenza, con l’impegno a ogni livello istituzionale per ripopolare il territorio. Oltre a indispensabili politiche per il lavoro e le famiglie, potrebbe essere un’idea quella di agevolare il rientro degli emigrati molisani all’estero, in particolar modo quelli che sono in difficoltà come i venezuelani, che sarebbero spinti a tornare a vivere nei loro luoghi d’origine anche grazie a facilitazioni come il riconoscimento dei titoli di studio e altro. Mi rendo da subito disponibile – conclude il portavoce pentastellato – a collaborare con tutte le istituzioni molisane per immaginare ogni possibile soluzione, a tutti i livelli, per riportare e far rimanere le persone sul territorio molisano”.

Pietro Ranieri

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