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Provincia, alle urne il 3 settembre. L’appello a Gravina e il voto del M5s che vale 12.600 preferenze

E’ quello che prevede il sistema elettorale, che chiede il consenso non ai cittadini, ma agli amministratori. In attesa che il sindaco di Campobasso sciolga la riserva, nel ‘totonomi’ compaiono Francesco Roberti e Pietro Testa


CAMPOBASSO. Elezioni provinciali, il voto del M5s al Comune di Campobasso che vale 12.600 preferenze. Il sistema elettorale del voto ponderato, che porta alle urne non i cittadini, ma gli amministratori, assegna la valenza di 600 al voto di ogni consigliere comunale di Palazzo San Giorgio (il sistema è tarato sul numero di abitanti), mettendo nelle mani del gruppo Cinque stelle (20 consiglieri più il sindaco) l’ago della bilancia.

Saranno i pentastellati, il 3 settembre, giorno in cui si voterà per eleggere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio provinciale di Campobasso, a incidere pesantemente sull’esito del confronto. Sempre che decidano di partecipare al voto. Lo scorso anno, in linea con la posizione assunta dal livello nazionale (nel dibattito sulla riforma il M5s, pur con dei distinguo, è per l’abolizione delle Province) non presentarono candidati e non andarono a votare.

L’appello che il centrosinistra comunale, l’ex sindaco Antonio Battista e i consiglieri dem Trivisonno, Chierchia e Salvatore hanno fatto al primo cittadino Roberto Gravina, a candidarsi a presidente della Provincia per tutelare  gli interessi e il ruolo della città capoluogo, nasce anche dalla consapevolezza che il voto del M5s sarà decisivo: 12.600 voti col sistema ponderato, a cui aggiungere gli altri 3.600 del centrosinistra.

Lo ha evidenziato il capogruppo della Lega Alberto Tramontano, intervenendo ieri in Consiglio comunale. “La sinistra – le sue parole – al ballottaggio ha sostenuto il M5s e ora chiede al M5s di immolarsi,  per non consentire al centrodestra di giocarsi la carta della presidenza. Siamo contrari alla candidatura di Gravina alla presidenza della Provincia, che deve dedicare tutto il suo impegno a fare il sindaco – ha aggiunto Tramontano – ma siamo favorevoli a che ci siano dei consiglieri di Campobasso nel Consiglio provinciale, a rappresentare le istanze della città”. Perché oggi, infatti, non ce ne sono. 

E se Gravina per il momento ha nicchiato, “non decido ora – ha detto il sindaco di Campobasso, rispondendo a Battista – c’è un dibattito parlamentare in corso e la decisione non la posso prendere oggi”, il centrodestra si prepara a fronteggiare la situazione schierando il sindaco di un centro importante. Quello di Termoli, magari, comune che col voto ponderato ‘conta’ meno di Campobasso, ma certo molto più dei comuni più piccoli, dove il voto dei consiglieri vale da 24 a 40 preferenze. Possibile, dunque, una discesa in campo di Francesco Roberti, anche se tra le ipotesi di candidatura figura pure Antonio Cerio (Ferrazzano).

E il Pd? In caso di no alla candidatura di Gravina i dem potrebbero puntare sul sindaco di Riccia Pietro Testa. Un nome che compare già da qualche tempo nel ‘toto-candidati’. E su cui, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe costruirsi una lista.

Di certo, si sa, che si voterà martedì 3 settembre, dalle 8 alle 20, nel seggio allestito nella Sala della Costituzione, come stabilisce il decreto firmato dal vice presidente facente Simona Contucci, che guida l’ente da quando Antonio Battista, non più sindaco di Campobasso, è decaduto dall’incarico. Le liste, corredate dalle sottoscrizioni di candidatura previste dalla legge ,andranno presentate il 13 e il 14 agosto. Di un’estate ancora calda sul fronte della politica molisana.

Carmen Sepede

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