Soste blu, per il Pd troppi dubbi e ‘lati oscuri’: parte l’interrogazione parlamentare

I rappresentanti isernini del partito hanno annunciato la condivisione dell’iniziativa della deputata di Leu Occhionero. Contestata duramente la transazione che ha portato all’accordo con la ditta vincitrice dell’appalto: “Il rimedio è peggiore del male”


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. “Il rimedio è peggiore del male”: ne sono convinti i rappresentanti isernini del Partito Democratico che, ancora una volta, hanno contestato duramente le scelte relative alla transazione con cui il Comune ha raggiunto l’accordo con la ditta vincitrice dell’appalto per la gestione dei parcheggi a pagamento in città.

Questa mattina hanno incontrato la stampa alla vigilia della seduta del Consiglio comunale fissata per domani, martedì 23 luglio, che vede all’ordine del giorno la discussione sulla mozione della consigliera di Casapound Francesca Bruno, con cui si chiede all’assise di pronunciarsi favorevolmente sull’annullamento del bando.

Per il Pd sono troppi i dubbi e i ‘lati oscuri’ e, nel corso della conferenza, i rappresentanti del partito hanno annunciato di condividere l’interrogazione parlamentare che sta mettendo a punto, insieme al suo ufficio legale, la deputata di Leu Giuseppina Occhionero. “Il sindaco e la sua Giunta – ha evidenziato Maria Teresa D’Achille – sostengono di aver raggiunto un accordo vantaggioso per la città. Ma le cose non stanno così”.

Nel merito della questione è entrato Franco Capone. “Come Pd – ha affermato – abbiamo esaminato attentamente i contenuti della transazione e del capitolato, confrontandoli con le linee di indirizzo del Consiglio comunale. Il risultato è che non sono state eliminate quelle discrasie tra le previsioni del Consiglio e quanto poi messo a gara”.

Da qui la necessità di porre domande al sindaco Giacomo d’Apollonio e alla sua amministrazione. “Se c’è stato un errore – ha evidenziato Capone –, e questo ha determinato la transazione, ci chiediamo perché il Comune non abbia compiuto un’azione preventiva che impedisse errori nel capitolato. Con l’atto di indirizzo approvato dal Consiglio comunale si dava mandato anche alla Giunta e alla struttura tecnica di porre in essere quelle attività tali da rendere possibile l’effettuazione della gara. Dopo l’atto del Consiglio, l’Esecutivo non ha emesso alcun provvedimento che desse indicazione alla struttura tecnica relativa alla definizione del capitolato. Ed è chiaro che i responsabili del procedimento si sono assunti delle responsabilità inserendo nel capitolato cose di stretta competenza dell’amministrazione comunale. In questo modo, l’amministrazione ha dovuto subire le decisioni della struttura e intervenire con una transazione che, però, non elimina le contraddizioni con le linee di indirizzo adottate in Aula. Il Consiglio è perciò la vittima di questa vicenda, perché è stato mortificato”.