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Nessuno ascolta i più deboli, il comitato ‘Lotte del Molise’ dal Prefetto: qui sta per scoppiare la rivoluzione

Sul tavolo le tante situazioni di allarme che interessano la regione. Una riunione interlocutoria con Maria Guia Federico, che è stata abbandonata dopo un’ora di colloquio. GUARDA LA VIDEOINTERVISTA


CAMPOBASSO. Lavoratori che non lo sono più per i fallimenti aziendali che hanno sconquassato il tessuto economico e sociale del Molise. Cittadini che reclamano diritti che sembrano essersi polverizzati in tema di sanità, trasporti, emergenze occupazionali, ambientali e di infrastrutture.

tavolo prefettura completo 22 luglio 2019

sit in protesta 22 luglio 2019

Il coordinamento ‘Lotte del Molise’ rappresenta ogni singola ‘piaga’ di una regione che sembra entrata in un tunnel del quale non si vede l’uscita. Oggi, in piazza Prefettura, c’erano i rappresentanti dei lavoratori della Ittierre, della Gam, dello Zuccherificio, della Formazione Professionale, degli operai. Emilio Izzo (per i comitati ‘Lavoro e Dignità’ e ‘In seno al problema’) e Andrea Di Paolo (operaio Fca), assieme a tutti i presenti al presidio che si è tenuto in mattinata, sono stati ricevuti – intorno a mezzogiorno – dal Prefetto di Campobasso ma, tempo un’ora, hanno abbandonato il tavolo.

Maria Guia Federico l’aveva anticipato, del resto. “Non si tratta di una riunione, mi hanno chiesto di essere ricevuti e io li ascolto per sapere cosa hanno da dirmi”- Una riunione, nel senso pieno del termine, avrebbe avuto bisogno della contestuale presenza di tutti gli interlocutori: parti datoriali, istituzioni, sindacati. Insomma, di quella liturgia che fa a cazzotti con l’urgenza di porre domande e soprattutto avere risposte.

E su questo vulnus istituzionale si è chiusa la riunione. Perché il coordinamento ‘Lotte del Molise’, che raccoglie i sentimenti di chi combatte da anni contro le promesse e gli impegni presi e non mantenuti, vuole entrare a far parte dei ‘tavoli’, preme perché i cittadini siano ascoltati e possano partecipare. Perché ogni molisano possa poter parlare. Le parole di Andrea Di Paolo del resto spiegano il sentimento di rabbia che si sta impadronendo del tessuto sociale: basso Molise senz’acqua nonostante i milioni di euro spesi per un acquedotto che non finisce mai, il 40% in più sui biglietti del trasporto su ferro e gomma a fronte di un servizio che tale non è da tempo; aziende chiuse e promesse di un futuro che si scontrano con la dura realtà degli imprenditori che non partecipano alle riunioni; sanità smantellata pezzo dopo pezzo, in un territorio che non ha infrastrutture viarie tali da consentire di poter raggiungere gli ospedali più vicini in tempi ragionevoli. I sindacati hanno abdigato al loro ruolo, continua ancora Di Paolo,  la voce dei cittadini, sui quali ricadono le scelte e le ‘non scelte’, deve entrare nei palazzi, deve essere ascoltata. Quel vissuto che li spinge a diventare protagonisti di una richiesta di futuro, forte e senza sconti.

Ed è Andrea Di Paolo ad interpretare la rabbia, subito dopo la riunione interlocutoria con il Prefetto.

Guarda la videointervista.

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