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Regionalismo differenziato? No, grazie. Il Molise non ha avviato alcuna procedura

Sono solo due le regioni a statuto ordinario che non hanno inteso ancora compiuto alcun passo per richiedere una maggiore autonomia. All’appello, fino ad oggi, manca anche l’Abruzzo


CAMPOBASSO. Regionalismo differenziato? No, grazie

Molise e Abruzzo sono le uniche due regioni, tra le 15 a statuto ordinario, che non hanno fatto alcun passo per richiedere una maggiore autonomia delle proprie funzioni.

Un dibattito politico apertissimo, quello che attiene il regionalismo differenziato, avviato come è noto ormai da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia e al momento ad un punto di stallo.

L’articolo 116 della Costituzione è stato invocato per la prima volta nel 2017 dai governi di Lombardia e Veneto che hanno organizzato un referendum consultivo. Tra l’altro stravinto.

Referendum consultivi, quindi senza esiti vincolanti per il governo di allora a trazione centrosinistra. Ma quelle ‘elezioni’ hanno dato impulso e forza politica alla richiesta. Diverso il percorso dell’Emilia-Romagna che ha attivato le procedure dopo il voto in Consiglio regionale.

Il 28 febbraio del 2017, l’allora governo di Paolo Gentiloni ha sottoscritto con Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia tre distinti accordi preliminari che individuavano i principi generali, i metodi e un primo elenco delle materie oggetto dell’autonomia (salute, lavoro, ambiente, istruzione), in vista di un’intesa che al momento non è arrivata.

Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso l’iter per ottenere più autonomia. Nel luglio del 2018 il servizio studi del Senato ha pubblicato un dossier in cui annotava che l’autonomia differenziata, di fatto, coinvolgeva già 13 regioni a statuto ordinario su 15. In particolare, sette le regioni che hanno formalmente conferito al proprio presidente l’incarico di chiedere al Governo l’avvio delle trattative e cioè Campania, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria.

Altre tre regioni non hanno ancora approvato formalmente il mandato, ma avevano assunto iniziative preliminari che in alcuni casi hanno portato all’approvazione di atti di indirizzo: Basilicata, Calabria e Puglia. Ne mancano solo due all’appello: Molise e Abruzzo, che un tempo erano nei fatti una unica realtà regionale oggi, tra l’altro, spesso invocata.

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