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Punto nascita, il giorno del ricorso. Romano: l’Asrem non ha stipulato alcun accordo di confine a tutela delle partorienti

La sentenza, attesa dai ricorrenti ma anche da migliaia di cittadini del basso Molise e dai Comitati che vigilano sulla questione Sanità, potrebbe essere depositata entro venerdì. Al ricorso si sono unite, con un atto ad adiuvandum, altre 13 future mamme, donne incinte che vogliono partorire all’ospedale San Timoteo. Le ricorrenti si sono affidate ai legali Laura Venittelli e Roberto Giammaria


CAMPOBASSO. Terminata la camera di consiglio collegiale per la sospensiva. Da ora inizia il count down in attesa della decisione del Tar Molise in merito alla chiusura del Punto Nascita del San Timoteo di Termoli.

massimo romano

Sedici sindaci e una ventina di future mamme hanno dato mandato agli avvocati Massimo Romano e Vincenzo Iacovino di portare all’attenzione della Giustizia amministrativa il provvedimento che arriva ad inizio estate e con la Bifernina a mezzo servizio (e non si tratta di particolari di poco conto, per chi deve essere trasferito in un altro nosocomio, magari con le doglie iniziate) dopo la decisione del Comitato nazionale Percorso Nascita che ha giudicato il reparto dell’ospedale di Termoli carente in quanto a sicurezza.

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha già sospeso gli effetti del decreto di chiusura con una ordinanza cautelare: il reparto ha riaperto, ci sono stati ricoveri e nascite. E, in più, l’arrivo di nuovi medici (perché anche la carenza di ginecologi ha avuto il suo peso nelle valutazioni del Comitato nazionale Percorso Nascita).

“Abbiamo evidenziato che, dai documenti depositati dall’Asrem, abbiamo avuto conferma del fatto che non sia stato stipulato alcun accordo di confine con le regioni limitrofe. Il che significa che non esiste alcuna certezza per le partorienti di poter essere ricoverate altrove. Inoltre – spiega Massimo Romano – se a fine giugno c’era carenza di medici ginecologi, evidenza che ha indotto la Asrem a chiudere, oggi ne sono stati assunti, o sono in procinto di essere assunti, ben 9 professionisti”.

Al ricorso presentato contro la chiusura del Punto nascita di Termoli si sono unite, con un atto ad adiuvandum, altre 13 future mamme, donne incinte che vogliono partorire all’ospedale San Timoteo.
Le ricorrenti si sono affidate ai legali Laura Venittelli e Roberto Giammaria, già fondatori sul territorio regionale della Casa dei diritti e dell’associazione Konsumer. Un ricorso che va a rafforzare quello dei sindaci e delle altre mamme.
 
Le ricorrenti sono tutte partorienti presso l’Ospedale di Termoli, dunque hanno interesse ad intervenire nel ricorso avverso i provvedimenti con i quali, ex abrupto, si dispone la chiusura del Punto Nascite in questione.  Pertanto, avendo interesse a portare a termine la loro maternità intrapresa presso l’ospedale di Termoli, sull’istanza di sospensione condividono e sostengono le ragioni addotte a sostegno della misura cautelare richiesta dai ricorrenti principali. 

venittelli
 
“Del resto, ove non sospesa, – spiegano i legali Venittelli e Gianmaria – la decisione impugnata consentirebbe la chiusura del Punto nascita ad oggi non compiuta, determinando la privazione di un servizio sanitario essenziale per un bacino di utenza di oltre 100mila persone, anzi di gran lunga superiore in ragione dell’incremento demografico fino a circa il triplo atteso nella zona litoranea durante il periodo estivo, in assenza  della benché minima previa informazione e comunicazione.

 
Tra l’altro – continuano – senza alcuna garanzia per gli utenti di poterne usufruire altrove, posto che non risulta predisposta, e comunque nei provvedimenti gravati non vi è traccia, di alcuna misura organizzativa, atto contrattuale o convenzionale idonei ad assicurare il ricovero delle pazienti molisane presso altre strutture, tanto regionali quanto extra-regionali”.

 
La parola ora passa al Tar, e il Basso Molise aspetta con il fiato sospeso.

 

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