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Sanità nel caos, stop agli interventi di neurochirurgia. Le urgenze ‘partono’ per Teramo

Il provvedimento della direzione aziendale dell’Asrem stride con quanto sottoscritto nel protocollo d’intesa del 18 luglio scorso che affida al Neuromed la competenza neurochirurgica nella rete assistenziale regionale


CAMPOBASSO. Il provvedimento ha già messo in allarme medici, pazienti, utenti e Comitati. Già inviata all’attenzione del direttore generale dell’Azienda sanitaria locale di Teramo (il campobassano Roberto Fagnano) la nota con la quale la direzione aziendale dell’Asrem (Sosto, Lucchetti e Forciniti) sospende le attività operatorie di neurochirurgia in emergenza dell’ospedale del capoluogo di regione.

“Non possono più essere assicurate presso il Cardarelli – si legge nel provvedimento notificato, per conoscenza, anche alla struttura commissariale e alla Direzione generale per la Salute nella persona di Lolita Gallo – ed è pertanto prevedibile che i Pronto Soccorso dei plessi ospedalieri possano indirizzare eventuali emergenze neurochirurgiche verso l’ospedale di Teramo dove è presente la U.O. di Neurochirurgia”.

asrem neuro

 Quindi, in caso di emergenza, da ogni angolo del Molise si potranno indirizzare i pazienti a Teramo, che non è propriamente dietro l’angolo.

E il protocollo d’intesa del 18 luglio 2019, stipulato tra la Asrem e l’Istituto Neuromed per la gestione delle emergenze-urgenze? Il Programma Operativo Straordinario 2015-2018 (ancora vigente), nel documento di programmazione della rete ospedaliera e delle reti dell’emergenza e delle patologie tempodipendenti, stabilisce che “i tre Plessi Ospedalieri pubblici, insieme all’Itcss Neuromed, per la competenza neurochirurgica, costituiscono il Sistema Integrato per l’Assistenza al Trauma, cioè la rete di strutture ospedaliere tra loro funzionalmente connesse e classificate, sulla base delle risorse e delle competenze disponibili”.

Sostanzialmente, il protocollo firmato il 18 luglio scorso, ricalca quello precedente. L’Asrem, quindi, con questo provvedimento, “mette le mani avanti” rispetto ad eventuali necessità ulteriori che quindi giustificherebbero il ricorso alla Neurochirurgia dell’ospedale di Teramo?

In base al protocollo, sottoscritto il 18 luglio scorso, la struttura Neurochirurgia del Neuromed, cui il Pos 2015-18 affida la competenza neurochirurgica nella rete assistenziale regionale, assicura la consulenza a distanza e la disponibilità all’eventuale ricovero del paziente per la patologia non tempo dipendente di competenza neurochirurgica; la consulenza a distanza in urgenza e la disponibilità all’eventuale ricovero del paziente per le patologie tempo-dipendenti di competenza neurochirurgica di pertinenza vascolare e/o traumatica, quando richiesta dai sanitari dei Pronto Soccorso Aziendali; il supporto al servizio di neurochirurgia dell’Ospedale Cardarelli mediante l’effettuazione di attività di pronta disponibilità in relazione a particolari ed eccezionali condizioni, non riferibili ad assenze di lunga durata dei neurochirurghi ASReM, compatibilmente con le esigenze organizzative di Neuromed. Un protocollo che evidente non basta.

“Siamo al caos totale – la sintesi di Lucio Pastore, primario del Pronto Soccorso del Veneziale di Isernia -. Per la smania di privatizzare, Frattura cede 154 posti regionali alla Neuromed, sottraendoli alle esigenze del Molise che ne utilizza per la sua popolazione solo 15.

Nel fare questo, toglie la Neurochirurgia a Campobasso. Per dare una parvenza di efficienza stabilisce un protocollo di intesa con la Neuromed a cui ha dato 154 posti molisani per far vedere che comunque sulla carta si possono affrontare le urgenze, facendo in modo che l’ammalato si adatti ad altre esigenze e non che la struttura si adatti alle esigenze dell’ammalato. In pratica, in presenza di più patologie urgenti contemporanee, l’ammalato viene spedito come un pacco postale da un ospedale all’altro.

Ora si dicono che anche questa parvenza di servizio non esiste più e che il riferimento dello spacchettamento dell’ammalato per la neurochirurgia è Teramo. Nella smania di privatizzare si stanno incartando in un gioco di lucida follia. Se questo è un sistema sanitario decente…” l’amara riflessione di Pastore.

L.S.

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