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Diabetici, in Molise numeri da brivido ma niente microinfusori. Calenda dalla parte dei malati

Una patologia che ha raggiunto livelli d’allarme nel basso Molise dove si registrano 15mila pazienti a fronte dei 30mila dislocati sull’intero territorio regionale. Il consigliere chiede la rivisitazione della determina che ha sospeso il servizio


CAMPOBASSO. “Rivedere la determina dirigenziale della discordia, la n. 201 del 17 ottobre 2018 emanata dal direttore generale per la salute della Regione Molise, ripristinando un servizio, quello della installazione dei microinfusori per diabetici, che negli anni ha dimostrato di funzionare benissimo, tanto da attrarre utenza anche da fuori regione”.

Dritta al punto Filomena Calenda, consigliere regionale e presidente della IV Commissione consiliare che raccoglie l’appello lanciato dall’associazione Diabetici del basso Molise e dall’associazione nazionale ‘Atleti con il Diabete’.

mena calenda

La questione riguarda l’intera area bassomolisana dove si registrano 15mila casi di pazienti diabetici sui circa 30mila presenti in tutta la regione. Un dato questo rilevante, che evidenzia il numero elevato di persone che necessitano di assistenza e risposte.

“La presenza di tanti diabetici in quest’area del Molise, molti dei quali anche in giovane e giovanissima età – afferma Calenda – dovrebbe spingere i vertici dalla sanità regionale a potenziare determinati servizi, puntando ancor più sulla prevenzione. Invece si fa esattamente il contrario e si indeboliscono i presupposti di una sanità che sia quanto più alla portata dei cittadini. Ci siamo sempre detti che la sanità, per dare risposte concrete, debba andare quanto più possibile sul territorio, ma questo non significa che si debbano cancellare le cose che funzionano. Per cui al più presto deve essere restituito alle popolazioni del Basso Molise il diritto di potersi curare anche al San Timoteo e ottenere nuovamente che il servizio di installazione dei microinfusori possa riprendere anche a Termoli, evitando ulteriori disagi a persone che già patiscono per problemi di salute. È la migliore risposta che la politica regionale possa dare ai malati di diabete ed alle loro famiglie – conclude Calenda – dimostrando così la giusta attenzione ad una patologia troppo spesso sottovalutata, ma che nel tempo rischia di creare problemi seri nei grandi come nei più piccoli”.

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