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La Regione paga in ritardo, Trenitalia si vendica. I 5 Stelle portano il conto del debito: 24 milioni, in 5 ‘comode’ rate

Un articolato dossier preparato dai consiglieri regionali pentastellati per raccontare le vicissitudini del trasporto pubblico su ferro tra contratti non onorati completamente, treni vecchi, biglietti maggiorati e chilometri conteggiati senza motivo


di Lucia Sammartino

CAMPOBASSO. Se Trenitalia non adempie alle condizioni contrattuali, un motivo ci dovrà pur essere. E questa mattina lo hanno spiegato in conferenza stampa a Palazzo D’Aimmo i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, intenzionati ad andare fino in fondo. Anche con una informativa da inviare alla Corte dei Conti.

Sul tavolo, oltre al dossier nel quale scrivono nero su bianco le vicissitudini del trasporto locale su ferro dal 2016 ad oggi, anche la forte esposizione debitoria della Regione Molise nei confronti di Trenitalia che, ad oggi, ammonta a quasi 24 milioni di euro.

Il tema che Andrea Greco, Fabio De Chirico, Angelo Primiani, Valerio Fontana e Vittorio Nola portano all’attenzione è la ricaduta sui servizi e sui cittadini di questa inadempienza contrattuale. Effetti collaterali di un problema che pesa sulle tasche dei molisani visto che è allo studio delle strutture regionali una sorta di ‘piano di rientro dal debito ferroviario’ che si sostanzierebbe in cinque ‘comode’ rate, di cui la prima da onorare a breve che ammonta a 5 milioni di euro. Disservizi, treni in ritardo, convogli non propriamente moderni, che soffrono anche degli ‘acciacchi dell’età’. Il rapporto tra la Regione Molise e Trenitalia non è cadenzato solo da quello che accade sulle tratte molisane e di cui ogni giorno si ha notizia.

E’ fatto anche di contratti che non sarebbero stati onorati compiutamente. Un ‘andazzo’ non è appannaggio solo di questo Governo regionale, secondo la tesi dei 5 Stelle che hanno scritto tutto nero su bianco e che domani, in Consiglio regionale presenteranno una interrogazione per ‘chiedere il conto’. Si va avanti così dal 2016.

treno cb

Allora il debito di 90 milioni di euro fu ‘cancellato’ grazie alla decisione dell’ex premier Matteo Renzi che approvò un decreto legge collegato alla manovra di bilancio nel quale trovarono spazio le misure urgenti per il trasporto regionale del Molise. Un contributo straordinario di 90 milioni, appunto, a valere sul 2016.

Soldi sottratti agli investimenti – spiegano i 5 Stelle – visto che sono stati presi dal Fondo Sviluppo e Coesione. Del resto la Regione non sarebbe mai riuscita a pagare con le proprie disponibilità di bilancio, senza contare che la chiusura delle partite pregresse era condizione indispensabile per stipulare un nuovo contratto”. Debiti che venivano dal 2013, anno in cui la Regione avrebbe cominciato a non pagare Trenitalia.

Nel 2017, quindi, pagati i debiti, si procede ad un nuovo contratto, con la previsione degli investimenti in capo alla società. Acquisti per nuovi treni per 13,5 milioni di euro e ammodernamento dei vecchi per un milione e 600mila euro. Acquisti da effettuare negli anni 2017-2018.

“Si sarebbe dovuto attivare un percorso virtuoso ma così non è andata – spiegano ancora i consiglieri pentastellati – perché, a fronte dei pagamenti dovuti per contratto a Trenitalia per lo svolgimento del servizio nel 2017, pari a 16,4 milioni di euro, alla fine dello stesso anno risultava corrisposta una sola rata da 8 milioni circa, corrispondente alle fatture del primo e secondo trimestre. Restano quindi non pagate e neppure impegnate nel bilancio le quote degli ultimi due trimestri, pari a circa 10 milioni di euro. La motivazione risiede nella mancata copertura in bilancio dell’intero costo del servizio per il 2017. La Regione avrebbe dovuto procedere al riconoscimento dei debiti fuori bilancio individuando specifiche coperture ma così non è andata. Ricordate poi Frattura e Nagni con il berretto da capotreno? – incalza Greco – Bene, quei treni non erano nemmeno nuovi visto che sono entrati in funzione nel 2017 ma erano già pronti dal 2013”.

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