Sanità al collasso, il Forum chiama a raccolta i cittadini: assemblea pubblica a Isernia

L’incontro si terrà il prossimo 6 novembre nella Sala Gialla della Provincia. Pastore: “Studieremo proposte e i idee da intraprendere in relazione all’attuale e drammatica situazione. Si rischia di perdere il diritto alle cure”


ISERNIA. Salvaguardare la sanità pubblica per continuare a garantire il diritto alla salute. Alla luce del quadro drammatico che si va sempre più delineando scende in campo, ancora una volta, il Forum in Difesa della Sanità Pubblica che, insieme al comitato ‘Isernia Beni Comuni’ ha organizzato un’assemblea pubblica nel capoluogo pentro. L’appuntamento è fissato per le ore 17 del prossimo 6 novembre. Nel corso dell’incontro verranno discusse, insieme ai cittadini, le proposte e le azioni da intraprendere in relazione alla situazione drammatica che la sanità sta vivendo.

“Siamo all’epilogo della distruzione del sistema sanitario pubblico – scrive Lucio Pastore, primario facente funzioni del Pronto Soccorso di Isernia – La classe politica ha prima depredato il sistema utilizzando a fini clientelari le risorse provenienti da Roma e ora ha accompagnato il sistema verso la privatizzazione. Pezzo a pezzo il sistema pubblico è stato smontato con la scusa del commissariamento e risanamento finanziario.

Il commissariamento dello Stato dovrebbe scattare subito, appena si determina il deficit finanziario di gestione, e portare a un risanamento nello spazio di uno, due anni. Lo Stato, invece, continua da 12 anni a tenerci in regime di commissariamento e con questa scusa privatizza il sistema e scarica i costi sui cittadini molisani. In nome del risanamento finanziario si sono chiusi ospedali, servizi, si sono ceduti ai privati convenzionati servizi e posti letto, si sono aumentati i budget verso gli stessi.

Stranamente, poi, in pieno blocco del turnover il presidente Iorio ha rottamato a suon di milioni intere classi mediche, depauperando la risorsa fondamentale per far funzionare il sistema. Ma ancora bisogna rilevare che paghiamo le tasse più alte e altri balzelli per volontà dei commissari, espressione non di realtà locali ma dello Stato centrale. In tutto questo il debito, dopo 12 anni continua ad essere presente.

Ormai siamo agli sgoccioli di questa trasformazione verso la privatizzazione con la scusa del risanamento finanziario e del riordino funzionale.
Il debito permane proprio come costo dei privati, come ha affermato l’ex direttore generale Asrem Sosto il 24 giugno, ma questi non vengono toccati. L’azione di piazza culminata nella manifestazione del maggio 2016 non ha avuto forze politiche o sindacali che abbiano portato quelle istanze nei centri decisionali. Il che significa – evidenzia ancora Pastore – che tutta la classe politica e sindacale è funzionale alla privatizzazione del sistema. Recentemente solo il consigliere Greco sembra che voglia centrare il problema delle disfunzioni di sistema sul rapporto pubblico-privato.

In assenza di forze politiche e sindacali che vogliano preservare il diritto alla salute come bene comune, solo un’azione dei cittadini che si muovano in massa, come sembra sta succedendo in Cile, senza disperdersi in rivendicazioni parcellari, può, forse, fermare questa deriva. Ricordiamoci tutti che questa è solo una fase del processo di privatizzazione – conclude Pastore – Poi verranno inserite le assicurazioni come seconda gamba del sistema con polizze crescenti in rapporto all’età e patologia. Perdere questa battaglia significa perdere il diritto universale alle cure”.

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