Concorsi alla Regione, i precari del sisma attaccano Toma: annunciato il ricorso al Tar

Contestata la risposta data dal governatore nel Consiglio regionale monotematico di ieri, sulla stabilizzazione del personale degli enti strumentali


CAMPOBASSO. Concorsi alla Regione, i lavoratori del Comitato precari sisma Molise contestano la posizione assunta dal governatore Donato Toma e annunciano ricorso al Tar.

A determinare la protesta dei precari la risposta data dal presidente all’interrogazione del M5s, nella seduta monotematica del Consiglio regionale di ieri. Interrogazione riguardante la stabilizzazione del personale precario degli enti strumentali della Regione.

I precari contestano in particolare il passaggio relativo alle parole di Toma sull’impossibilità di stabilizzare personale co.co.co., avendo avuto i lavoratori contratti di natura autonoma, finanziati con fondi dedicati (nazionali o europei), che si concludono quando il progetto finisce.

“Questa è una sonora bugia – hanno dichiarato i componenti del Comitato – seppure alcuni di noi abbiano lavorato come co.co.co e siano per questo esclusi dall’applicazione della legge, la maggior parte ha prestato la propria opera per oltre un decennio con rapporti di lavoro di natura subordinata, a tempo determinato. Se un’amministrazione non ha disponibilità economiche – hanno aggiunto – non può ricorrere alla stabilizzazione del personale precario, con il rischio di andare incontro al dissesto finanziario. Ma il legislatore ha usato la logica nella stesura della legge: se ti occorre personale e non hai le risorse non stabilizzi, ma non assumi nemmeno tramite concorso. Se hai le risorse, stabilizzi prima tutti coloro i quali hanno i requisiti e poi bandisci i concorsi”.

Altro passaggio contestato il fatto che il numero delle persone da stabilizzare sia di gran lunga superiore alle esigenze della Regione in materia di personale, “per cui, è la chiosa, non stabilizzo nessuno per non subire accuse di arbitrarietà”.

“Ancora una fandonia – hanno alzato il tiro i precari – coloro che vantano tutti e 3 i requisiti previsti dall’art. 20 (almeno 8 anni di servizio, concorso vinto e presenza in servizio alla data di entrata in vigore del decreto) sono al massimo 60/70 professionisti e non le centinaia presenti nell’elenco approvato con determinazione n. 68/2019 e volontariamente ‘gonfiato ad arte’. Ma se anche fossero in sovrannumero rispetto alle esigenze della Regione, basterebbe fare una oggettiva graduatoria rispetto ai mesi di servizio prestato e altri criteri non arbitrari e scorrere la graduatoria man mano che si verificano esigenze di personale per i prossimi anni”.

“Appare chiara – è la conclusione – la volontà da parte dell’amministrazione regionale di non procedere all’applicazione di una legge dello Stato, al fine di poter svolgere i soliti concorsi, per continuare a dispensare a destra e a manca favori ad amici e parenti e continuare la fallimentare politica di impoverimento, sfascio ed annientamento della realtà socio-economica della regione. Ma noi non demordiamo – l’annuncio – ed andiamo avanti, per far sì che il concetto di giustizia sia ancora qualcosa di concreto. Il Tar vi aspetta”.

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