HomeSenza categoriaExport e turismo in calo: troppe ombre per l’economia molisana

Export e turismo in calo: troppe ombre per l’economia molisana

Presentato a Isernia l’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia. Lievi segnali di ripresa si registrano nel settore delle Costruzioni. A fare da traino il settore alimentare e quello chimico


ISERNIA. Lievi segnali di ripresa si registrano nel settore della Costruzioni, ma si riducono le esportazioni soprattutto per effetto del calo delle vendite all’estero dell’automotive. E anche il turismo continua a registrare un andamento negativo.

Sono alcuni dei dati emersi dall’aggiornamento congiunturale dell’economia del Molise curato dalla Banca d’Italia e presentato questa mattina in Prefettura a Isernia dal direttore della filiale di Campobasso Marcello Malamisura. “Il quadro tracciato parla di un’economia sostanzialmente stazionaria – ha affermato -. Segnali non particolarmente positivi caratterizzano il settore dell’industria, dove si registra una sostanziale stabilità del volume delle vendite. L’andamento delle esportazioni nel complesso regionale segna una riduzione, fortemente influenzato da un deciso calo nel settore dell’automotive. Altri settori, come quello chimico e alimentare, registrano comunque risultati positivi.

ESPORTAZIONI. Nel primo semestre del 2019 le esportazioni di merci dal Molise sono diminuite a prezzi correnti del 6,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione è riconducibile alla componente dei mezzi di trasporto (parti e motori per autoveicoli). Al netto di questa categoria merceologica le esportazioni sono cresciute del 15,7 per cento, sostenute principalmente dalle vendite del settore della gomma e plastica e di quello alimentare. Tra i mercati di destinazione, le vendite di beni nei paesi dell’Unione europea (UE) sono aumentate di oltre il 10 per cento: l’espansione delle vendite in Germania e nel Regno Unito (in particolare prodotti chimici e articoli in plastica) e di quelle in Francia (prodotti alimentari) hanno più che bilanciato il marcato calo nei Paesi Bassi (riconducibile ai prodotti chimici, di cui il paese resta il principale importatore). Le esportazioni al di fuori della UE sono invece diminuite, risentendo della riduzione delle vendite del settore dell’automotive (che ne rappresentano oltre il 60 per cento) negli Stati Uniti e in Cina.

COSTRUZIONI. Segnali di lieve recupero, si diceva si sono registrate nel comparto delle Costruzioni. “Abbiamo ascoltato delle aziende – ha detto ancora Malamisura – che ci hanno manifestato dei segnali di ripresa nei volumi della produzione e delle ore lavorate. Segnali, al contrario, non favorevoli arrivano dal settore dei servizi, in particolare nei primi mesi dell’anno, con un calo di presenze nel comparto turistico. Tutto ciò si è riflesso in una spesa per investimenti delle imprese che si mantiene ancora molto debole, condizionata da un clima di incertezza sulle prospettive di ripresa dell’economia”.

Dal rapporto emerge che la debole fase ciclica e le prospettive ancora incerte condizionano le decisioni di investimento delle imprese: il processo di accumulazione del capitale stenta così a riavviarsi e i piani previsti per il prossimo anno non prefigurano una significativa espansione della spesa.
E ancora. Sul versante delle opere pubbliche, secondo i dati del Cresme l’importo complessivo dei bandi pubblicati nel primo semestre del 2019 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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