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Isernia, il sindaco snobba i Popolari: mai chiesto il loro aiuto, non cedo ai ricatti

Il primo cittadino ribadisce a tutta la maggioranza di avere le mani libere e di non essere condizionato dai diktat di alcun assessore. Dura la reprimenda nei confronti del gruppo Niro


ISERNIA. Non ritiene di essere sotto assedio e, al contrario, rivendica la propria autonomia decisionale al vertice dell’amministrazione comunale, ribadendo di essere saldamente ancorato al suo posto. Il sindaco di Isernia, dopo le ‘accuse’ ricevute dentro e fuori l’assise civica, specie in riferimento al presunto allargamento delle giunta e ai dissidi interni alla stessa, interviene duramente e replica per le rime a tutti i detrattori, dai Popolari al Partito Democratico.

“Sono costretto a fare chiarezza nei confronti della cittadinanza, che mi onoro di rappresentare, – esordisce Giacomo d’Apollonio – relativamente ad un presunto (quanto del tutto inesistente) ‘complotto’ che sarebbe stato ordito ai miei danni da una parte della giunta e che vedrebbe il sottoscritto addirittura ‘commissariato’ dai propri attuali assessori. Mi rammarica prendere atto che, mentre l’attuale amministrazione sta cercando, in mezzo a mille difficoltà, di portare avanti la programmazione e il proprio lavoro in modo serio e fattivo, altri si divertono a riportare fantasiosi dissidi interni e a gettare discredito sulla correttezza e sulla lealtà del mio gruppo di lavoro, riprendendo con enorme anticipo una campagna elettorale che, di fatto, soprattutto per qualche consigliere di minoranza, non è mai terminata sin dal giorno del mio insediamento, non volendo ancora oggi riconoscere quanto sancito in modo chiaro dai cittadini con il voto di giugno 2016.

Voglio riaffermare con forza – affonda il primo cittadino di Isernia – che mai e poi mai rinuncerò alle prerogative che la legge mi riconosce quale sindaco di questa città, che non sono mai stato oggetto di condizionamento alcuno nelle mie scelte e non lo sarò mai e posso, al contrario, contare su un gruppo di assessori che, anche nelle ultime ore, mi ha ribadito totale fiducia e incondizionata disponibilità a lavorare per il bene della nostra comunità”.

D’Apollonio sostiene, dunque, di non essere ‘sotto scacco’ del suo esecutivo e osserva: “Non si comprende, oltretutto, perché mai un assessore dovrebbe imporre un simile diktat al proprio sindaco, atteso che la carica assessorile viene attribuita dallo stesso primo cittadino; nomina che, pertanto, potrebbe essere revocata e riassegnata ad altri qualora subentrassero divergenze, sfiducia o insoddisfazione per l’attività svolta. Analogamente, in un’ottica di rispetto e trasparenza, il singolo assessore potrebbe liberamente dimettersi dalla carica e seguire altre strade, senza necessariamente porre in essere atteggiamenti ostili o ricattatori che, comunque, non potrebbero mai essere tollerati”.

Quindi la replica diretta al gruppo dei Popolari, appartenente alla maggioranza ma ‘spina nel fianco dell’amministrazione’: “Voglio, altresì, precisare – ancora d’Apollonio -, contrariamente a quanto affermato pubblicamente dal consigliere Fantozzi durante l’ultima seduta consiliare e successivamente a mezzo stampa dal consigliere De Marco, di non aver mai chiesto al gruppo dei Popolari per l’Italia di ‘correre in mio aiuto’. È il caso di evidenziare che, qualora un sindaco avesse mai avuto bisogno di un appoggio, si sarebbe rivolto semmai a qualche consigliere di minoranza, individuando possibili obiettivi comuni e tentando in tal modo di incrementare il proprio consenso in assise. Al contrario, come affermato a più riprese dai suddetti consiglieri, il loro gruppo fa già parte della maggioranza, quindi non si comprende per quale ragione avrei dovuto chiedere supporto a loro che hanno deciso di percorrere al mio fianco questa esperienza amministrativa sin dagli esordi.

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