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Sanità: Toma rigetta le accuse e insiste, tutta colpa dei commissari

Il commento del presidente della Regione a margine del rendiconto generale della Corte dei Conti


CAMPOBASSO. Questa mattina la Corte dei Conti ha presentato il giudizio di parificazione del rendiconto generale del 2018, nel quale, sulla questione della sanità, si è prospettato l’aumento del disavanzo per il 2019 pari a 40 milioni di euro.

Sul tema è intervenuto il presidente della Regione Donato Toma il quale ha voluto ribadire la responsabilità delle criticità emerse in capo ai commissari ad acta. “La Regione Molise – spiega Toma – è da oltre dieci anni in Piano di rientro dal debito sanitario e in procedura di commissariamento.

Dall’8 maggio dello scorso anno, data del mio insediamento, al 27 dicembre 2018, data dell’insediamento del commissario e del sub commissario, la Regione è stata in vacatio commissariale. A fine anno 2018, il Parlamento ha sancito l’incompatibilità tra la figura del presidente della Regione e quella di commissario ad acta alla sanità, accentrando, pertanto, nelle mani di questa figura governativa la gestione finanziaria e organizzativa della sanità regionale.

In sostanza – continua Toma – la Regione si limita a trasferire alla gestione commissariale le risorse finanziare che lo Stato le assegna, non potendo intervenire nemmeno sull’organizzazione dei servizi sanitari essendo, come detto, questa materia di competenza commissariale. Al termine del 2018, il bilancio consolidato sanitario ha fatto registrare un disavanzo di circa 15,600 milioni di euro, integralmente ripianato, su proposta della Giunta, con risorse regionali.

Nonostante la vacatio commissariale – sottolinea Toma – la sanità molisana ha fatto rilevare un sensibile miglioramento dei LEA, che sono passati da quota 167 a quota180. È evidente che la politica sanitaria regionale sia, pressoché, in mano alla procedura commissariale e, ad oggi, siamo ancora in attesa che venga approvato, dai Ministeri competenti, il Piano operativo sanitario 2019/2021, redatto dal commissario senza alcun confronto con la politica regionale. Ad oggi – conclude il presidente della Regione – la procedura commissariale risulta obsoleta, inefficace e non coinvolge le espressioni delle esigenze territoriali. In una frase: necessita di essere integralmente riformata”.

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