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Cittadinanza onoraria a Liliana Segre, Campobasso non cede alla provocazione di Forza Nuova

La critica dopo il voto del Consiglio comunale, che ha deciso all’unanimità di difendere la Costituzione e i valori della libertà. E che se potesse accoglierebbe a braccia aperte la senatrice a vita


CAMPOBASSO. Una voce fuori dal coro. Rispetto a tutte le altre voci, senza distinzioni di appartenenza politica, che si sono levate dal Consiglio comunale di Campobasso. Che ha votato all’unanimità la decisione di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz. Grande testimone dell’Olocausto, oggetto di discriminazioni e di minacce, tanto da aver bisogno della scorta a 89 anni. L’età di una nonna un po’ avanti negli anni.

Una scelta coraggiosa e doverosa, quella fatta dal Consiglio comunale di Campobasso, che si è unito nel segno di un impegno civico e politico, oltre che di difesa dei valori fondanti della Costituzione. Tra questi anche l’antifascismo, come ha evidenziato lo stesso capogruppo della Lega Alberto Tramontano.

Non la pensa così, evidentemente, Forza nuova. “Se è ragionevole – le parole di Giustino D’Uva, candidato alle Europee – ancorché non necessariamente condivisibile, il riconoscimento delle benemerenze dei campobassani Tucci e Montagano, è paradossale che il Comune di Campobasso conceda la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Si tratta, infatti, di una onorificenza che può essere concessa a personaggi che, con le loro opere ed impegno, si siano contraddistinti per un particolare legame con la città ovvero per averne illustrato l’immagine fuori dai confini. E non è certo il caso della Segre, la quale è dubitabile anche solo che abbia mai messo piede a Campobasso”.

La cittadinanza alla Segre, è bene chiarirlo, è stata concessa da tante amministrazioni italiane, che come Campobasso non hanno avuto la fortuna di ospitare la senatrice a vita. Ma tant’è.

“È stato gabellato come una risposta al presunto clima di odio e discriminazione che si respirerebbe in Molise – ancora Forza Nuova – in realtà quello di concedere la cittadinanza alla Segre sembra più un atto di scarsa cultura istituzionale e di piaggeria verso certe dinamiche moraleggianti, che ormai non fanno più breccia nel cuore degli italiani. Piuttosto che pensare a combattere un odio che di fatto non esiste, con iniziative leziose e dalla dubbia legittimità, il comune di Campobasso farebbe bene a pensare ai problemi seri e reali della città e del Molise”.

“Sorprende come nessuna forza politica – e qui l’attacco di D’Uva a tutti i partiti che siedono in Consiglio comunale – abbia fatto notare l’inopportunità della cosa, diversamente da quanto accaduto in altre parti d’Italia. Ma evidentemente si tratta dell‘ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza della classe politica regionale, che malcela la propria incompetenza dietro vacui slanci di sterile perbenismo”.

Incompetenza e perbenismo, anche questo è da chiarire, attribuiti a chi è stato eletto a rappresentare Campobasso. Nel M5s, nel centrosinistra e nel centrodestra. Una città che di certo accoglierebbe a braccia aperte Liliana Segre. Testimone di una pagina importante della storia, che come tutte le pagine della storia, non si dimentica.

Carmen Sepede

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