HomeSenza categoriaAutonomia differenziata, la Cgil Molise insiste: ‘no’ alla regionalizzazione dell’istruzione

Autonomia differenziata, la Cgil Molise insiste: ‘no’ alla regionalizzazione dell’istruzione

Le richieste del sindacato alla vigilia della visita del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia


CAMPOBASSO. La Cigl Lavoratori della Conoscenza detta la sua linea. E lo fa alla vigilia della visita in Molise del Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Francesco Boccia, per far sì che la propria voce ascoltata. Un grido per dire ‘no’ alla regionalizzazione dell’istruzione.

“E’ l’occasione per fare chiarezza – recita una nota – sulla bozza di legge quadro sul cd ‘federalismo differenziato’, presentata dal Ministro nei giorni scorsi alla Conferenza stato – Regioni. A tal proposito, ricordiamo che nella scorsa legislatura è iniziato il procedimento per il riconoscimento ad alcune regioni di ulteriori e particolari forme di autonomia, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Su quel progetto, e sulle intese regionali che miravano a regionalizzare la scuola portando addirittura a concorsi e programmi regionali, la Flc Cgil ha manifestato la sua ferma contrarietà. Ricordiamo le oltre 5000 firme raccolte sull’appello contro la regionalizzazione dell’istruzione in decine di assemblee, l’impegno delle Rsu e dei delegati nelle scuole, le manifestazioni nazionali (tra le quali quella a Reggio Calabria il 22 giugno scorso) in cui più volte abbiamo ribadito il nostro ‘no’ a questo scellerato progetto.

Nonostante le rassicurazioni del Presidente del Consiglio e dello stesso Ministro, – ancora il sindacato – bisogna però rilevare come il percorso che si sta delineando e che si è concretizzato nella bozza di proposta di legge quadro presentata dal Ministro degli Affari regionali e delle Autonomie lascia nell’indeterminatezza la cruciale questione su cui abbiamo continuamente richiamato l’attenzione: l’esclusione integrale dal processo di Autonomia differenziata di ogni aspetto che riguardi la scuola e l’istruzione.

Scuola e istruzione per il loro rilievo simbolico rappresentativo dell’unità culturale del Paese e per la funzione strategica di trasmissione ed elaborazione della cultura nazionale, in nessun aspetto possono essere devolute alle potestà regionali.

Il fatto stesso che le Regioni richiedenti continuino a pretendere poteri anche su aspetti che ritengono a torto di secondaria importanza, quali il diritto allo studio, edilizia scolastica, Istruzione e formazione professionale, Istruzione Tecnica superiore, corsi di specializzazione, formazione delle classi, prova quanto vi sia di ‘non detto’ e di opaco nel processo devolutivo che si vuole avviare. Lo ricordiamo: il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’Intesa del 24 aprile 2019 sottoscritta con i Sindacati rappresentativi della Scuola e dell’Istruzione, ha escluso questi settori dal processo di Autonomia differenziata. Vigileremo – conclude la Cgil – sul rispetto di quella Intesa, e siamo pronti a mobilitarci contro ogni progetto che miri a regionalizzare l’istruzione”.

 

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