Molise senza servizi, Buono provoca: meglio le Macroregioni

Il dirigente dem analizza la situazione attuale e critica l’assenza di politiche di sviluppo adeguate. Intravede spiragli nell’Obiettivo Uno, ma in assenza di programmazione suggerisce l’accorpamento ad altri territori


CAMPOBASSO/ISERNIA. Al gioco delle poltrone risponde provocatoriamente rilanciando l’idea delle Macroregioni e la fusione del Molise con una di esse.
A parlare è il dirigente dem Stefano Buono, il quale, analizzando la situazione attuale caratterizzata da spopolamento, carenza di politiche ambientali, mancanza di servizi al cittadino adeguati, specie sanitari, suggerisce una inversione di tendenza, in assenza della quale la Regione Molise non avrebbe – a suo avviso – più motivo di esistere. Ultimo baluardo sarebbe da riscontrare nelle opportunità del ritorno nell’Obiettivo Uno, ma la politica dovrebbe mostrarsi più attenta alle esigenze reali della popolazione e non al mero potere.

“Nelle ultime settimane e negli ultimi giorni – afferma Buono – abbiamo assistito all’intensificarsi di un ‘fenomeno’ che sin dall’inizio ha caratterizzato questa maggioranza al Governo della regione: discussioni che riguardano poltrone, tattiche e giochetti di potere. Il New York Times e Il Corriere della Sera ci ricordano che qualche chances questo territorio pure dovrebbe averla, ma coloro i quali dovrebbero preoccuparsi di creare le condizioni di sviluppo discutono quotidianamente del toto nomi, dell’eventuale nuovo assessore e dell’eventuale rimpasto di giunta. Un governo Regionale e una classe politica che continuano a condurre una guerra interna e che non è in grado, al contempo, di avere un minimo di visione e di mettere in campo una consequenziale e decente programmazione amministrativa.
Lo dico non solo provocatoriamente: – prosegue l’esponente del Pd – se questa deve essere la massima espressione politica, non sarebbe forse auspicabile una riforma istituzionale che consenta la configurazione di Macroregioni e la ‘fusione’ del Molise in una di esse?
La finalità è quella di erogare servizi efficaci ai cittadini oppure quella di voler preservare, a tutti i costi, Enti guidati da persone che non si mostrano all’altezza di farlo? Le persone non riescono a curarsi degnamente negli ospedali pubblici nonostante siamo commissariati da dodici anni e non si riesce ad azzerare il debito presente.
Registriamo – ancora Buono – un’assenza totale di politiche industriali e del lavoro. Constatiamo la carenza sull’attuazione di politiche ambientali di lungo respiro e adozione di provvedimenti urgenti per zone particolarmente inquinate e che in questi giorni stanno facendo segnare record negativi per i livelli di emissione di inquinanti nell’aria.

Non ci sono programmazione e investimenti su infrastrutture, materiali e immateriali, che dovrebbero costituire il naturale volano di sviluppo e crescita per un territorio. Abbiamo, dal 1992 sino ad oggi, un continuo spopolamento con saldo demografico perennemente negativo che, qualora dovesse continuare, ci porterebbe nei prossimi venti anni a perdere altri trentamila abitanti ed al 2018 vi sono 211 anziani ogni 100 ragazzi. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso quasi diecimila posti di lavoro.
Il Molise tornerà a essere ‘Obbiettivo Uno’ nella prossima programmazione settennale dell’Unione, dandoci quindi delle condizioni di opportunità. Se si è in grado di partire anche da questo per invertire la rotta lo vedremo. Se, al contrario, si continuerà a non avere le capacità neanche di assicurare le condizioni di sopravvivenza per questo territorio, ma solo di privilegio per qualcuno, – conclude – allora penso sia utile immaginare un percorso istituzionale differente”.

 

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