Isernia, braccio di ferro sulle bollette dell’acqua: il Pcl coinvolge l’Autorità per l’Energia

Il Comune rivendica le legittimità delle cartelle inviate alla cittadinanza per recuperare vecchi crediti. Ma il Partito Comunista sostiene l’esistenza di irregolarità e vuole andare in fondo alla questione per far ottenere indennizzi agli utenti


ISERNIA. Per il Comune è tutto regolare: le bollette per la fornitura idrica inviate agli utenti isernini e relative agli anni passati sono valide e vanno saldate. Ma il Pcl non ci sta. Reclama l’esistenza di violazioni e, dinanzi all’ostinazione dell’amministrazione di palazzo San Francesco, promette l’intervento all’Arera, Autorità di regolazione per l’Energia e l’Ambiente, con il fine di ottenere indennizzi per i consumatori.

“Nonostante lo abbiamo spiegato in tutte le salse – recita una nota del Pcl – dal Comune ancora si ostinano a negare l’evidenza delle tutele violate, che sono le seguenti: l’obbligo di fatturazione almeno per semestre era vigente sin da prima del 2014 e a nulla rileva che il Comune ha emanato la carta dei servizi solo nel 2018 a seguito di sanzione dell’Arera.

Tale violazione comporta addebiti superiori al dovuto perché cumulando il consumo nell’anno (e non per frazione di anno) scattano fasce di prezzo superiore; aggravio che si aggiunge al disagio derivante dal cumulo del pagamento per più anni, a danno soprattutto dei ceti popolari. Per questo eccepiamo il loro annullamento, anche a prescindere dalla prescrizione biennale pur eccepita.
Se invece le vuole mantenere ignorando le suddette violazioni e la prescrizione, dovrà comunque riconoscere gli indennizzi automatici a credito agli utenti nelle stesse bollette poiché emesse con oltre 135 giorni di ritardo dal periodo di riferimento; si tratta di 90 euro in favore dell’utente per ogni bolletta tardiva, come stabilito dalla Tabella 6 della delibera 655/2015).
In quanto alla prescrizione, – ancora il Pcl – non è vero che è ‘entrata in vigore solo il 17/12/2019’, dopo la loro emissione avvenuta uno o due mesi prima. La norma esiste da ben prima, dal 2017! La delibera Arera del 17/12/2019 ne precisa solo l’attuazione, che è quella che il Comune intende inauditamente ignorare!
Non solo: quello che conta è la data di scadenza della singola fattura che dipende dalla data della singola notifica, non da quando il Comune dice di aver emesso il ruolo: se la scadenza della bolletta ricade nel 2020 (anche con la sola ultima rata) si può eccepire la prescrizione, e dunque sono prescritti i corrispettivi pretesi nel 2019 ma riferiti agli anni dal 2014 al primo semestre 2017 (questo ultimo prescritto al 15 febbraio 2018, cioè 45 giorni dall’ultimo giorno di consumo del periodo), se le scadenze cadono nel 2020.
Le conseguenze patrimoniali? Non ricadono certo sulla collettività e sulla popolazione, ma sarà la Corte dei Conti ad accertarle in capo a chi ne sarà considerato responsabile, se del caso.

Per questo, – conclude la nota – vista l’ostinazione della giunta, chiederemo l’intervento generalizzato all’Arera sia per eliminare le suddette violazioni, sia per gli indennizzi da riconoscere all’utenza”.

 

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