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Alle urne il 29 marzo: gli italiani chiamati a votare per il referendum sul taglio dei parlamentari

La decisione nella riunione di oggi del Consiglio dei Ministri, in attesa della comunicazione ufficiale del presidente della Repubblica. Trattandosi di quesito costituzionale, e non abrogativo, non serve il quorum


CAMPOBASSO. Al voto il 29 marzo per votare al referendum sulla riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. La data è stata indicata dal Consiglio dei ministri, che si è riunito oggi, a poche ore dalla fine dello spoglio delle Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.

La conferma arriverà con la comunicazione ufficiale del presidente della Repubblica, ma fonti governative hanno già fatto sapere che la data del 29 marzo è stata “cerchiata in rosso”. Una decisione che arriva dopo il parere positivo della Corte di Cassazione alla consultazione e a seguito delle 71 firme raccolte in Senato per promuovere il referendum. Tra queste quelle dell’ex parlamentare molisano del M5s, oggi Gruppo Misto, Luigi Di Marzio, oltre che di alcuni esponenti della Lega, che mirano alla fine anticipata della legislatura.

“Il referendum non mi preoccupa – il primo commento a caldo del premier Giuseppe Conte nella trasmissione Otto e mezzo – siamo fiduciosi che ci sia un ampio schieramento dei cittadini a favore di questa riforma”. Poi crolla il governo? “No direi, proprio di no, non vedo connessioni”.

Ma cosa prevede la legge sul taglio dei parlamentari? La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. L’istituto dei senatori a vita è conservato, fissandone a 5 il numero massimo. Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.

A differenza dei referendum abrogativi, per la validità del referendum costituzionale non è obbligatorio che vada a votare la metà più uno degli elettori aventi diritto: la riforma costituzionale sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi, indipendente da quante persone si recano ai seggi.

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