Il Molise non va alla Bit, Romagnuolo: inaudito, scelta da Terzo mondo

La consigliera regionale di Prima il Molise contesta la decisione e parla di mancanza di collaborazione tra Giunta e Consiglio


CAMPOBASSO. “Non andare alla Bit di Milano è una scelta di inaudita gravità. Così turismo da Terzo mondo”. E’ quello che ha dichiarato la consigliera regionale di Prima il Molise Ada Romagnuolo, in merito alla scelta fatta dalla Regione.

“Posso comprendere – le sue parole – che nel passato all’assessorato regionale al turismo venivano assegnate briciole, e personalmente, confesso che non ero d’accordo sulla partecipazione della Regione Molise alla Bit di Milano, uno dei templi del turismo mondiale. Ma oggi, che in quell’assessorato transitano decine e decine di milioni di euro, e che per il solo Piano strategico per il turismo regionale sono stati spesi 1 milione 300mila euro, constatare che il Molise come Regione non ha preso parte alla Bit, per davvero mi fa riflettere e pensare che questo Molise a breve sparirà e sarà annesso alla Campania”.

“Una Regione come il Molise – ha continuato Romagnuolo – che con il suo vertice ha preso parte alla manifestazione del Niaf a Whashington nella convinzione di attrarre tutti gli italo-americani, una Regione come il Molise che viene inserita su uno dei più prestigiosi giornali del mondo, il New York Times per essere visitata e vissuta, che vede candidata Isernia come Capitale della cultura italiana e, con l’Unesco, riconosce la Transumanza patrimonio dell’umanità e sapere che il tutto finisce a tarallucci e vino, io a tutto questo non ci sto più”.

“Penso – ha ancora detto Romagnuolo – che una riflessione sia doverosa, anche in considerazione della distanza chilometrica che esiste tra la Giunta regionale e i consiglieri regionali, dove a parte i saluti di convenienza, insieme non si decide nulla. E non condividere nulla con chi come la sottoscritta ha il privilegio di rappresentare non solo i propri elettori, ma tutti i molisani privi di lavoro, di sanità e di quasi tutti i servizi essenziali e necessari per vivere – ha concluso – ti fa comprendere di come poi diventa difficile votare in Consiglio regionale quei provvedimenti privi di significato, che non godono del favore popolare ma che, anzi, sempre più portano alla fame e alla disperazione i molisani”.

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