Chiude il presidio Polfer di Campobasso: tagli selvaggi con buona pace dei viaggiatori


L’appello degli organi sindacali ai rappresentanti politici e a tutti i cittadini: risorsa importante e professionalità specializzate da sfruttare, no ai ricollocamenti


CAMPOBASSO. La scure dei tagli si abbatte anche sul presidio della polizia ferroviaria di Campobasso. Questo in ottemperanza alla legge 124/2015, meglio conosciuta come legge Madia, che prevede un sostanziale e considerevole taglio di presidi di Polizia Ferroviaria. La mannaia ha colpito poche realtà, grazie alla disponibilità economiche aggiuntive reperite nel secondo correttivo del riordino delle carriere che consentiranno di assumere un numero complessivo di 3000 allievi agenti della Polizia di Stato per l’anno 2020, ma rischia di abbattersi – dopo Isernia – anche sul presidio di Campobasso. Questo è quando riferisce Roberto Persichilli, segretario provinciale della Federazione sindacale SILP CGIL – UIL Polizia. Alla luce di queste notizie, si è tenuto un incontro tra l’amministrazione della Polizia di Stato e le organizzazioni sindacali rappresentative sul territorio nazionale ed entrando nei contenuti della riorganizzazione è stata manifestata da parte della Federazione Silp Cgil – Uil Polizia la contrarietà alla chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso.

“Laddove la decisione dei vertici del Dipartimento della polizia sarà irremovibile – si legge nel comunicato inviato alle testate giornalistiche – creerebbe non solo gravi conseguenze all’attività di sicurezza delle reti ferroviarie della regione Molise sul percorso CB-NA e CB-RM, ma anche prevedibili difficoltà lavorative per le squadre di Polizia Giudiziaria nella gestione dei rapporti con le competenti Procure della Repubblica”. Persichilli riferisce che tale misura precluderà al capoluogo di regione la fondamentale presenza di un necessario presidio di sicurezza della rete ferroviaria, che oggi svolge un importante ruolo di prevenzione, conseguenze ancora più accentuate per la regione se coniugate alla già attuata chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Isernia.

“Lascio a tutti voi una riflessione – spiega Persichilli – lo studente, il lavoratore, il semplice viaggiatore che prende il treno da Campobasso, oggi, si sente sicuro, perché vi è il posto di polizia Ferroviaria che effettua i controlli dal posto di partenza, salendo anche sul treno fino ad arrivare a Isernia – Venafro – Cassino dove solo in quest’ultima località, distante da Campobasso circa 100 Km, esiste un presidio di Polizia Ferroviaria. Possiamo solo immaginare cosa potrebbe accadere, se dovessimo perdere chi vigila per noi, durante il viaggio, all’interno della stazione, nei locali d’attesa, nel sotto passaggio ferroviario, nel confinante parcheggio, nonché nelle vicinanze del plesso. Ebbene si, sono sfiduciato e pessimista, questa situazione sicuramente non porterà del bene alla cittadinanza, credo che potrebbe verificarsi la minaccia della nascita della microcriminalità con episodi di furto, asportazione di rame, delinquenza, spaccio, prostituzione, violenza e altro”, chiude il segretario provinciale SILP CGIL – UIL Polizia.

L’attuale forza organica in servizio presso il Posto della Polizia Ferroviaria di Campobasso è di circa 10 unità. L’eventuale chiusura del posto Polfer comporterebbe la ricollocazione del personale in altri uffici di Polizia del capoluogo, senza considerare che si tratterebbe di spostare altrove personale qualificato, altamente specializzato e abilitato ad attività di controllo preposte sia sui treni che sui binari.

Gli uffici della polfer sono inoltre di proprietà di Ferrovie della Stato, con tutto ciò che vi ruota all’interno: quindi economicamente il taglio sarebbe uguale zero. Chiudendo la postazione tutte le attività di pubblica sicurezza in capo alla polfer andrebbero invece a gravare notevolmente sui servizi di controllo già pianificati dalla locale Questura, aumentando il numero delle risorse previste per questo scopo vanificando quelle già acquisite dal personale della Polfer che ha effettuato corsi specifici.

Gli organi interessati chiedono quindi l’aiuto di tutti i cittadini e dei rappresentanti politici nel valutare ed appoggiare l’iniziativa di dissenso finalizzata a non far chiudere il presidio Polfer a Campobasso, al fine di dare più tranquillità e sicurezza ai viaggiatori e in modo da non perdere una risorsa acquisita nel tempo.

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