Situazione critica in Fca, Di Paolo si scaglia contro Toma e Roberti: “Gli operai non sono carne da macello”

Il Sindacato Operai Autorganizzati accusa il governatore e il sindaco di Termoli di dormire sogni tranquilli sulla vicenda relativa al mancato stop dello stabilimento industriale di Rivolta del Re e delle altre aziende a rischio per la salute dei lavoratori.


TERMOLI. Continua a tenere banco la situazione incandescente che si respira nello stabilimento industriale della Fca di Termoli. Dopo l’appello lanciato ieri da Nicola Palombo, consigliere comunale di Montenero di Bisaccia, al governatore Toma affinchè si adoperi per ottenere la chiusura temporanea dallo stabilimento di Rivolta del Re e delle altre aziende considerate a rischio per la salute degli addetti, arriva una nuova forte presa di posizione dal Sindacato Operai Autorganizzati. Firmatario della nota al veleno contro la classe politica molisana è Andrea Di Paolo, il quale senza mezzi termini accusa il presidente della giunta regionale Toma e il sindaco di Termoli Roberti di “dormire sogni tranquilli” sulla vicenda. 

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Situazione diversa si registra in val di Sangro dove, a parere del sindacalista, “gli amministratori abruzzesi con a capo il sindaco di Atessa hanno invitato ufficialmente la Sevel a fermare le produzioni. Qui nel vicino Molise tutto tace, la Regione fa finta di niente mentre centinaia di operai continuano ad ammassarsi in bus e in fabbrica e i sindacati concertativi – incalza Di Paolo – stanno dimostrando inefficacia totale.
I lavoratori attualmente stanno partecipando al nostro sciopero indetto dal 10 Marzo ma è vergognoso che per tutelare la salute collettiva si è costretti a perdere soldi dallo stipendio nonostante sia sta approvato un decreto legge che sembrerebbe garantire la tutela degli ammortizzatori sociali. Noi – conclude il portavoce del sindacato di base – continuiamo con la protesta ma il silenzio vergognoso della regione Molise e dei sindaci interessati è assolutamente assordante e se non interverranno immediatamente il conto da pagare sarà salato e sarà compito di tutti noi ricordare a questi signori che non siamo carne da macello”.

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